precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate
Samuele Bersani
Ieri sono uscita di casa verso le 19:30 per recarmi all'appuntamento con alcuni amici, nuovi, non i 'soliti idioti del sabato sera'. Camminando da sola per strada ero... Cioè, stavo bene. Non è stato come sempre. Non guardavo per terra, coprendomi il viso con i capelli. Camminavo normale, a testa alta. E pensavo a cose belle. Tipo a cosa proverò camminando per le strade di Dublino con un bel cappuccino caldo di Starbucks in mano.
Ero imbarazzata a cena con quelle persone nuove, conoscevo solo una ragazza, L. E le ho chiesto se potevo sedermi vicino a lei. Ma dopo 5 minuti un ragazzo mi ha subito introdotto in una conversazione ed è andato tutto bene, mi sono divertita. Sì, MI SONO DIVERTITA.
Perchè erano tutti gentili, maturi, simpatici e non mi guardavano dall'alto in basso.
E, un'altra cosa. Basta tenersi tutto dentro. Lo dico anche a voi ragazze. Dite tutto. Lasciatevi esplodere. Tenere le cose dentro non fa altro che logorarci, mangiarci gli organi. Fa male, come il catrame delle sigarette.
Spero vi piaccia la canzone che ho riportato sopra. Si intitola "Le mie parole", di Samuele Bersani.
Vi lascio con una bella foto di Dublino.