domenica 30 giugno 2013

Le mie parole

Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate 


 Samuele Bersani

Ieri sono uscita di casa verso le 19:30 per recarmi all'appuntamento con alcuni amici, nuovi, non i 'soliti idioti del sabato sera'. Camminando da sola per strada ero... Cioè, stavo bene. Non è stato come sempre. Non guardavo per terra, coprendomi il viso con i capelli. Camminavo normale, a testa alta. E pensavo a cose belle. Tipo a cosa proverò camminando per le strade di Dublino con un bel cappuccino caldo di Starbucks in mano.

Ero imbarazzata a cena con quelle persone nuove, conoscevo solo una ragazza, L. E le ho chiesto se potevo sedermi vicino a lei. Ma dopo 5 minuti un ragazzo mi ha subito introdotto in una conversazione ed è andato tutto bene, mi sono divertita. Sì, MI SONO DIVERTITA
Perchè erano tutti gentili, maturi, simpatici e non mi guardavano dall'alto in basso.

Mi vergogno delle mie cicatrici...

E, un'altra cosa. Basta tenersi tutto dentro. Lo dico anche a voi ragazze. Dite tutto. Lasciatevi esplodere. Tenere le cose dentro non fa altro che logorarci, mangiarci gli organi. Fa male, come il catrame delle sigarette.
Spero vi piaccia la canzone che ho riportato sopra. Si intitola "Le mie parole", di Samuele Bersani.

Vi lascio con una bella foto di Dublino.


sabato 29 giugno 2013

Non salverò mica il mondo,ma...

Sono stata contenta di aprire questo blog. Perchè l'ho inaugurato in uno dei periodi peggiori della mia misera vita e lo sto continuando in un periodo in cui sembra andar meglio. Sembra che io stia crescendo.
Chiunque capiterà qui a leggere, potrà vedere dove ERO e dove SONO ARRIVATA. Da sola, con le mie sole forze. E forse potrà esclamare:"Allora ce la faccio anch'io!"

Alle mamme che leggono, se ce ne sono, voglio dire: siate pazienti. Siate presenti. Siate amiche delle vostre figlie.
Alle ragazze disperate, malate, in crisi; voglio dire: rivolgetevi ad un bravo specialista. Non abbiate paura. Lottate, provatele tutte, ma non mollate mai.

In questi anni ho avuto un solo nemico; me stessa. Io mi sono affogata, mi sono uccisa, mi sono colpita, mi sono atterrata, mi sono rovinata con le mie stesse mani.
Ma in questi anni mi sono anche rialzata, sostenuta, asciugata il sangue delle ferite da me inflitte, incoraggiata, riparata.

Il passato è passato. Non serve rimugginarci su. Quel che posso chiedermi, piuttosto, è: in base a quel che ho fatto/è successo in passato, cosa posso fare per la me del presente?

Posso fare tante cose. Posso realizzarmi, posso farmi apprezzare, posso regalare affetto a qualcun'altro, posso aiutare, posso costruirmi giorno dopo giorno. Io posso tanto.

Io posso quasi tutto.

Qualche settimana fa mi sono fatta un piccolo taglio. Proprio sul polso, lì dove si vedono le vene. L'ho fatto in modo stupido. Pensando che fosse l'ultimo. Promettendomi che fosse stato l'ultimo, perchè poi non l'avrei mai più fatto. E voglio credere che sarà così.









Voglio credere di essere capace a respirare, semplicemente.








Ah, ragazze, grazie per il sostegno di tutte voi. TUTTE. Dalla prima, all'ultima. Vi voglio bene.

giovedì 27 giugno 2013

Cosa mi aspetto da me?

Cosa mi aspetto da me... Mi aspetto che vada meglio.

Prima, quando ero nel pieno dei "problemi", la mia mente era dominata da una sola voce. Che mi urlava contro le cose peggiori del mondo. Che mi diceva che non valevo niente, che facevo schifo, che ero inutile, che non meritavo nulla di buono, che ero grassagrassagrassa, che non piacevo a nessuno, che non andavo bene, che dovevo morire, eccetera. Adesso sta succedendo una cosa strana. Non ne so il motivo, non so a cosa attribuirlo. Non lo so. Sta succedendo che nella mi testa ce ne sono due di voci. Una, quella citata sopra. La seconda invece, urla alla prima cose belle sul mio conto. Esempio spicciolo:

Cattiva voce:"Non vali niente Eve K., sei grassa, bugiarda, cattiva, non sai fare niente."

Voce buona:"Come osi?! Eve K. vale tantissimo, è magra, è carina, si spende per gli altri, fa un sacco di cose! Non devi rompere! LEI VALE!!!"

Non immaginate come mi sento strana in questo periodo, con queste 'voci' così contrastanti nella testa. Da una parte sono un pò contenta. Dall'altra mi ripeto che non devo pensare (anche inconsciamente) cose positive di me stessa. Perchè dopo 21 anni che ti fai schifo in tutto e per tutto, anche solo pensare cose belle sul tuo conto ti sembra sciocco, immeritato.


Oggi sono uscita con una mia 'amica' di 34 anni. Ci sto bene, è simpatica. Ha una figlia di 4 anni. E mi ha fatto i complimenti per il fatto che a 21 anni faccio tante cose. Tipo lavoro (si, lo ammetto, mi faccio abbastanza il culo), aiutare gli altri in molti modi, aiutare mamma, babysitter, guardare M. il mio cuginetto, mantenere rapporti con altri, studiare cose che mi piacciono e altro.
Io ho ascoltato cosa diceva e ho risposto:"Ti ringrazio molto. Sai, io non sono così 'attiva' diciamo, faccio una violenza contro il mio essere per fare tutto ciò."
E lei:"Beh, ci riesci alla grande! Sei ancor di più da lodare allora!"

Fosse stato un anno fa avrei pensato che si sbagliava, che diceva quelle cose perchè non mi conosceva abbastanza. Perchè io facevo schifo. Invece oggi dentro di me ho pensato:"... Io... Wow. Grazie. Vuol dire che qualcosa valgo, se lo dice anche una mamma..."
Non lo so. Non so se questo periodo durerà molto. So solo che mi piace.
Sarà da attribuire alla cura omeopatica? Al fatto che grazie a questa affronto di petto i miei problemi? Che ho buttato fuori un pò dello schifo che ho dentro? Che ho la consapevolezza che fra due mesi andrò a vivere a Dublino e la cosa mi gasa? Non ne ho idea. Devo far durare questo bel periodo.

mercoledì 26 giugno 2013

"Fammi respirare ancora, portami dove si vola, dove non si cade MAI."

Chiedo perdono per la mia lunga assenza.
Giornate strazzianti e stancanti al massimo. All'insegna dell'ansia e del senso di dovere e responsabilità.

La repressione... Gran brutta cosa quella. Io sono una repressa del cavolo. Ma in questi giorni sto tipo esplodendo. Tratto di merda la gente che mi ha fatto/mi fa stare/mi fa sentire una merda. Sbraito, urlo, dico tutto in faccia. Prendo a pugni il mio armadio. E, cosa ancor più importante, non me ne pento.

Siete tutti infami e io sto con voi solo per sentirmi normale, perchè la società vuole superficialità. Non vuole solitudine, vuole baldoria, vuole scherzi stupidi, vuole critiche, vuole qualcosa di cui parlare, vuole falsità, vuole sfruttamento, vuole bugie. Ma è arrivato il momento di mandarvi tutti a cagare. Col cuore proprio. Perchè voi non sapete niente di me. Pensate che io non abbia nessun problema, che se reagisco in un certo modo è solo perchè sono matta. Mentre invece non sapete che 5 minuti prima di uscire con voi mi sono tagliata, ma appena vi vedo sorrido. Che mentre passeggiamo penso a buttarmi sotto una macchina e suicidarmi, finalmente. Siete tutti egoisti perchè pensate che i problemi che non si vedono, non esistono.

Io con i miei coetanei non ci sto bene. Con persone dai 30 anni in su sì invece. Perchè di solito hanno un cervello maturo almeno quanto il mio. E non lo dico come un vanto. Lo dico perchè so di essere strana e particolare. Cresciuta troppo in fretta grazie allo scorrere degli eventi.

E poi voglio dire un'altra cosa. Io sono strana, matta, permalosa, isterica, pazza, quello che volete. Ma io non ho paura proprio di niente e anche se di me è rimasta praticamente una poltiglia informe, io so affrontare qualsiasi cosa. So affrontare me, le mie insicurezze, l'ignoto, le paure, gli sbagli. Tutto.

Voi... Voi invece, siete stupidi e superficiali. Se vi prestassi i miei pensieri per un'ora vi suicidereste immediatamente. Siete fatti di ricotta, non avete le palle. E' anche grazie a voi che l'Irlanda mi sembrerà ancor più bella.

Scusate per lo sfogo. Sto troppo piena di schifo, di odio. Troppe cose tenute dentro per tanto tempo.



Ho voglia di libertà, di sentirmi leggera, di stare bene con una persona. Almeno una. Non un gruppo, me ne basta una. Non so se arriverà mai questa persona. Una c'è già, ed Courtney, la mia migliore amica. Ma ne vorrei un'altra. 

Una persona a cui poter chiedere di farmi respirare di nuovo, di farmi volare così da non cadere mai.

giovedì 20 giugno 2013

Proviamo con l'omeopatia

Ieri non ho proprio avuto tempo e modo di aggiornare il blog.
La mattina sono andata dalla nuova dottoressa, sono tornata a casa alle 16 circa, faceva un caldo assurdo (39°), mi sono fatta la doccia e sono dovuta uscire con gli 'amici del sabato sera'.

Parlando del colloquio con la nuova dottoressa... Devo dire che sono molto soddisfatta. Lei è un medico chirurgo, anche psicologa e omeopata.

Ero sfinita appena arrivata in studio. Avevo deciso dentro di me che avrei messo da parte i convenevoli e i formalismi. Avrei detto tutto e subito. Mi sarei comportata come la vera cinica che sono, avrei usato l'atteggiamento che evito accuratamente quando sono in società. Ero emozionata e fiduciosa. Ma allo stesso tempo avevo paura di fare un buco nell'acqua. Entro in studio.

"Eve, giusto? 21 anni... E che problemi potrai mai avere tu a 21 anni?" aveva la mia 'cartella clinica' davanti a sè. Sorrideva.
"Da ottobre sto in cura da una psicologa nutrizionista per disturbi dell'alimentazione..."
"Hai disturbi alimentari?"
"Sì."
"Parlamene, spiegami..."
Con molta freddezza ho raccontato in breve. Ho raccontato anche dell'autolesionismo.
"Ci sono i segni? Posso vederli?"
Fatto. Non mi ricordavo nemmeno dov'erano posizionate tutte le cicatrici.
"E' un problema serio, dobbiamo risolverlo."
OH. MIO. DIO. GRAZIE.

Poi mi chiede altre cose. Di come mi considero, di come mi vedo. E' uscito fuori che mi vedo inferiore a chiunque per non so quale motivo, che ho sempre torto, che non riesco ad impormi, che mi faccio trattare male senza battere ciglio. Dopo che finisco di parlare lei dice:

"Quindi te... Senti come se non esistessi."

Io alzo lo sguardo, la fisso. "Eh... Brava. Sì."

Quella frase... Non l'aveva mai detta nessuno. Nessuno l'aveva mai capito. (A parte Courtney ovviamente.) E dopo che ebbe detto quella frase, capìì che era il medico giusto. Che aveva compreso.

"Quali sono i tuoi progetti per il futuro?"
"Mah... Io... Lavoro come babysitter..."
"No no, intendo, cosa vuoi DAVVERO fare in futuro, i progetti, le tue..."
"Voglio andare a vivere in Irlanda." dico d'un fiato.
La sua espressione che fino a quel momento era stata turbata, si rilassa e le sbuca un bel sorriso.
"Davvero? Che bella cosa che hai detto! E come mai? Parlamene..."
"Perchè ci sono stata ad agosto e non appena sono atterrata ho pensato che era casa mia. Ma non è un capriccio di una bambina che sogna. Io per la mia età devo dire che ho viaggiato abbastanza e mi sono affezionata a diversi posti. Ma in nessuno di quei posti ho provato le cose che ho sentito stando a Dublino. Amo il clima, la mentalità, la gente... E' casa mia, io appartengo a quel posto."
"Wow... Mi fa davvero piacere sentirti dire queste cose. E quando metterai in atto questo progetto?"
"Forse a settembre."
"Perchè forse?"
"Perchè alcuni mi scoraggiano... Magari mi dicono che con i miei problemi non dovrei partire..."
"E invece è proprio perchè ai questi problemi che devi partire. Te la caverai da sola. Se l'Irlanda ti attira così tanto vuol dire che... Che lì c'è qualcosa che aspetta TE. E, mia cara, sarà proprio l'Irlanda a salvarti."

Il colloquio finisce con una visita per vedere la mia salute fisica e la prescrizione di un medicinale omeopatico da prendere per un mese. La dottoressa in questione visita i suoi pazienti ogni 6 mesi, perchè i pazienti possono chiamare e tenersi sempre in contatto con lei. Ma a me ha detto:"Prima che vai in Irlanda, a settembre, voglio rivederti eh! Mi raccomando!".

L'Irlanda mi salverà, continuavo a pensare una volta uscita da lì. Ed ero un pò ottimista.
Spero arrivi presto la mia piccola medicina omeopatica.
Anche se continua ad andare tutto abbastanza una cacca (vedi l'uscita di ieri sera), la visita di ieri mi ha  messo un pò di speranza.




martedì 18 giugno 2013

Nuova dottoressa

Domani alle 11.30 ho l'appuntamento con la nuova dottoressa. Chissà come andrà... Sono un pò ansiosa, speriamo bene... Domani vi aggiorno.

lunedì 17 giugno 2013

Ireland

Quando andrò in Irlanda starò bene.
Prenderò un gattino che mi faccia compagnia, al quale darò un nome assurdo.

Quando andrò in Irlanda deciderò io cosa come quando e quanto mangiare.
Farò io la spesa.
Arrederò io la mia casetta.
Farò la brava.
Non mi taglierò.
Tratterò tutti bene, tutti quelli che conoscerò.

In Irlanda comprerò una bici e la userò per gironzolare in centro.
Andrò sempre in giro senza ombrello.
Sarò adorabile.

Andrà tutto per il meglio, vero?

domenica 16 giugno 2013

Disagio

Oggi mi è venuto il ciclo. Sto a pezzi. E fa un caldo assurdo.

Ieri sera sono stata ad una festa, da "un'amica". Solito schifo per me.
Nel mio cervello si è innescato un meccanismo idiota che mi induce a nascondere il mio costante disagio in maniera teatrale ed esagerata. Tipo, arriva l'ora della cena, e io qualsiasi cosa mi offrono la mangio perchè io sto bene, io non ho un DCA, io non mi sento a disagio se mi presentano un piatto di pasta, una fetta di torta, mille pezzi di pizza, io mi sento benissimo. Io non vorrei andare in bagno a vomitare, no no, non vorrei mai tagliarmi le vene, non vorrei mai urlare di punto in bianco davanti a tutti loro.

E, solita domanda:

Per quale stupido motivo continuo a frequentare gente a mio avviso idiota e superficiale?

Non lo so. O forse sì. Perchè voglio sembrare normale. Voglio sembrare superficiale e banale. Voglio non pensare che sono enorme. Che non posso sedermi, che non posso correre, che non posso muovermi. Che mi sento a mio agio con me stessa, che mi piaccio. Che sono l'anima della  festa. Che faccio la scema per far ridere tutti. Che senza di me la serata non ha senso.

Che schifo, ho le gambe piene di smagliature e cellulite. E quanto cavolo odio le mie cosce. Che in estate fa caldo e si toccano le une con le altre e le percepisci ancora di più. Io posso pesare pure 5 kg, le mie cosce si toccheranno sempre. Perchè dipende anche da come siamo fatte, dalla nostra ossatura, dalla fisionomia. C'è chi ha le cosce magre e il bacino largo, chi ha le scapole sporgenti e chi no. E' così, è una legge della natura, ma a me non va giù. Io voglio scomparire, in tutti i sensi.

Mi aspettano 2 mesi di lavoro. Luglio e agosto. Pieni. Dopodichè, spero i miei me lo permettano e spero vada tutto apposto, io me ne voglio andare via.

E' tanto che non mi taglio, 8 giorni credo. Cavolo, è tantissimo!  

Ma vorrei...




sabato 15 giugno 2013

Home sweet home.

Ieri sera alle 23.30 mio padre dice di chiudere a chiave la porta e non aprire a nessuno.
"Ma S. deve ancora tornare..."
"Sta zitta" risponde. Vado a letto. Alle 23.35 suona il citofono. É mio fratello. Apro. La porta di casa é inchiavata.
"Posso aprire..?" chiedo a mio padre, mentre mio fratello aspettava fuori dalla porta. Nessuna risposta. Dopo qualche secondo sento mio padre che si alza dal letto e i suoi passi che si avvicinano. Mia madre dice:"No aspetta, calmati..."
Io schizzo in cameretta sul mio letto,mio padre apre la porta, prende mio fratello e inizia a pistarlo di botte e a urlare come un animale. Dice cose brutte. Io mi tappo le orecchie, schiacciandomi contro la parete che si trova ad un lato del letto. Chiudo gli occhi, ma non cambia proprio un cacchio.
Io continuo a sentire le urla, i calci e i pugni. Il mio panico é totale. Vorrei fare qualcosa, ma il timore mi blocca. E poi, cosa potrei fare?
Quando queste scene da ghetto americano si concludono scrivo ad un amico, ma non risponde. Allora scrivo a Courtney, solo per distrarmi, ma non le dico niente di che. Non me la sento.


Stamattina, il mio amico:"Ieri dormivo, dovevi dirmi qualcosa?"
"Si,tipo che mio padre ha ammazzato di botte mio fratello e gli ha detto che da oggi non deve mettere più piede dentro casa altrimenti lo uccide."
"AIA... Cavolo, a vederlo tuo padre non sembra cosi... Si trasforma in una bestia... Va beh, dai, non abbatterti. Positività! :D"

Tu sei un idiota. Io non so se mio fratello oggi sarà vivo e tornerà a casa e tu mi dici così. Io ti confesso che sto nel panico per questo e tu dici stronzate simili.

Odio la mia famiglia. Voglio scappare via. Ecco perché non vogliono che esco, perché io devo stare dentro casa ad accumulare la tensione di mia madre e mio padre, ad assaporare la schifosa atmosfera che aleggia in casa. Così loro sono tranquilli e tutto quel che rimane da fare a me é correre in bagno a tagliarmi. Sì, perché nelle belle cose che diceva ieri mio padre c'era anche un:"Dovete andar vene tutti a fanculo."
E io tra poco ci vado, tranquillo. Anzi, scusa proprio se sono nata.

STRONZI.


venerdì 14 giugno 2013

Estate.

Estate. Caldo. Odioso. Non mi piace.
Giro per strada e vedo tutte ragazze in pantaloncini, che si vede che si piacciono. Io continuo a vedermi un enorme maiale schifoso. Le mie cosce... Mettermi seduta, la cosa più normale del mondo, mi fa schifo. Perché vedo le mie cosce budinose allargarsi sulla sedia o sul sedile della macchina. GRASSA.
In Irlanda non fa mai cosi caldo. In Irlanda il clima è perfetto.

Mi sto facendo crescere i capelli. Stanno tornando del mio colore naturale.

Tutti pensano che io non abbia problemi. Perché li nascondo benissimo. Da una parte mi dispiace. Dall'altra penso che almeno posso fare quello che voglio perché nessuno si accorgerà se sotto i miei vestiti ci sono cicatrici nuove o se ho digiunato o se ho provato per la miliardesima volta a vomitare.
Mi sento stupida. Una stupida ragazza grassa e disturbata, con qualche cicatrice sparsa qua e là.

Non mi taglio da... Da un po. E va bene così per adesso.

giovedì 13 giugno 2013

Vuota.

Scusate gente, ma oggi non so davvero cosa dire. Sono andata con mia madre per negozi. Abbiamo comprato un tablet economico ma carino lo stesso. Vi scrivo da li infatti. E poi ho preso un paio di orecchini con delle piume nere. Inutile dire che li adoro.
Mi sono rotta di tutto. Tutto quello che riesco a pensare è:"Voglio andarmene da qui".

mercoledì 12 giugno 2013

49.7

Obiettivo 48. Quel 48 che la psicologa mi ha tanto raccomandato di non raggiungere.

Le persone normali mantengono i rapporti. Le persone normali VOGLIONO rapporti. Li curano, li fanno crescere, li mantengono stabili. Io invece...

Io li creo, ci gioco un pò, li spappolo, li faccio in mille pezzi e poi mi diverto, mi consumo per rimettere insieme quello che ho distrutto. Con le mie parole. Con le mie azioni.

E le persone ti corrono dietro, fanno di tutto per afferrarti. Ma tu sei lontana, irraggiungibile. E dopo qualche tempo prendono consapevolezza che non possono sprecare la loro vita dietro a te. E quindi se ne vanno, silenziosamente. E tu rimani sola, sempre più sola. Hai fatto tutto tu, è solo colpa tua. E loro che non ti capiscono. E loro che te l'avevano detto.

Una volta dissi ad un 'amico':"Tu non mi capirai mai." Ecco, quella frase lo ferì profondamente perchè pensava gli avessi dato dello stupido. Avrei voluto dire che dicevo così perchè neanche io mi capisco. Perchè ho un pò di problemi. "Senti, visto che non li posso sapere, non li menzionare nemmeno gli stupidi problemi che dici di avere." Giusto, pensavo io.

Quando qualcuno non capisce è difficile. Quando in una discussione tu ti senti giù, ti prendono le crisi e la persona dall'altra parte continua a ribattere sul fatto che sta più male lei di te. Che lui ha ragione e te hai torto. Che lui è buono e tu sei cattiva.

Tu sei cattiva perchè sei diventata cinica. Perchè non vuoi che fonti esterne (per quanto possibile) ti facciano soffrire. Perchè tu te lo ricordi ancora. Te lo ricordi quando lui ti guardava e ti faceva le promesse e piangeva abbracciato a te e ti asciugava le lacrime. Ti ricordi quando di colpo è sparito e tu sei rimasta con una manciata di promesse non mantenute e qualche ricordo nella testa. E tu eri quella matta, che aveva fatto tutto da sola. Tu lo sai che 'non ti lascerò mai' non è mai vero. Lo sogni ancora qualche notte e se ti svegli ti metti a piangere.

Che poi ti ricordi pure di quando eri vuota. Perchè non mangiavi e perchè niente desideravi. Che fissavi il soffitto sdraiata sul divano. E quando chiedevi a Courtney:"Lui torna, vero?" e lei non lo sapeva; non lo sapeva nessuno.

Quanto è difficile non tagliarsi. Non farsi male. Ricorda la promessa.

Perchè non senti più i sentimenti, Eve K.? Perchè? Perchè non vuoi essere felice? Ma che ci fai ancora qui, cosa aspetti ad andartene?



Irlanda, Connemara.


Irlanda mi manchi. Mi manchi proprio un casino. Arriverò, vedrai.

martedì 11 giugno 2013

49.9

Stamattina peso 49.9 kg. Oddio che figata pazzesca. Non vedevo il 4 da non si sa quanto tempo. Che poi, alla bilancia della dottoressa peserò tipo 49.7 perchè la sua è più precisa.
49.9 senza anoressia, mi dà soddisfazione. Mi viene da piangere. Ok basta.

Ieri mi sono ribellata a mia madre. Lei mi fa vivere nell'ansia e nella paura.
Ieri alcune mie "amiche" e Max erano liberi perchè scuola è finita e perchè lui non lavorava. Quindi, wow, anche io non avevo nulla da fare, andiamo a farci un giretto e stiamo a cena insieme. Ho 21 anni, what's the problem? Ecco, mia madre. 'Posso andarci, Ma?'. Lei con le sue facce di disapprovazione:"Bah, valuta te." E in effetti avevo valutato di andarci. Quando sto per uscire:"Io comunque non capisco... Parlo e tu non senti. Non mi pare il caso di uscire oggi. Nè tanto meno di stare a cena fuori." Chiudo la porta, mi svesto, decido di stare dentro casa. Guerra del mutismo. Lei tutta soddisfatta che blaterava cose stupide. Questo avveniva alle 15. Alle 19.30 ero in camera a districarmi nei miei fantastici pensieri. 'Mi taglio...? Oppure no. Magari faccio altre cose. Ma cosa? Chiusa in casa... Ricorda la promessa: rinuncio al mio male per te... Ok basta.'

Apro la porta, vado da mia madre che era in cucina a tagliare l'insalata:"Sai cosa sto per fare?"
"No, cosa?"
"Sto per uscire. E sai perchè? Perchè mi sono rotta. Di tutto. Di te, di quello che pensa la gente. E sai un'altra cosa? Me ne sbatto di tutto! Spiegami perchè non mi devi far uscire."
"Beh, è lunedì. Adesso si esce anche il lunedì?"
"Che cosa patetica! Io esco! Ciao!"

Avevo l'adrenalina a mille. Mi sono vestita in 30 secondi e sono schizzata fuori. Lei mi tratta come una che esce tutti i giorni a fare baldoria. Io non esco quasi mai se non il sabato alle 18 e torno alle 23. Fine. E mi sono rotta le palle. Altamente proprio. Perchè io c'ho messo una vita a mettere il naso fuori casa e tu non puoi impedirmi di uscire. Perchè se no io mi inizio a fare male. Se una cosa così pulita come farmi quattro chiacchiere con degli 'amici' mi allevia lo stress e non mi fa pensare, dovresti esserne contenta. E invece tu mi tieni prigioniera. Tanto tu guardi la tv, cucini, vai a fare spesa. Poi sono io che mi taglio e pure se andassi in giro per casa lasciando tracce di sangue al mio passaggio tu non diresti nulla perchè penseresti che ho il ciclo e non ho messo l'assorbente.
Tu odi quando io sono contenta, perchè io non lo sono mai. Perchè io ho paura di tutto e quando mi decido ad affrontare le mie paure tu mi blocchi. Perchè io sono la tua delusione. Perchè tu per prima hai paura e quindi vuoi che ne abbia anche io. Ti dà fastidio se riesco a realizzare qualcosa nella mia vita; dà fastidio a tutti. Dà fastidio che io con i miei mille problemi interiori ancora vivo e mi sveglio ogni mattina con la forza di un leone, pronta a superare qualunque ostacolo.
Tu mi fai venire il mal di stomaco, tu mi inciti all'anoressia. Tu vuoi controllarmi in tutto e per tutto.

Io devo pensare a cosa è meglio per me se il 'meglio per me' non arreca danno a nessuno. Ci sono persone là fuori che mi adorano. Che sopportano i miei sbalzi d'umore. Tu mi uccidi. Mi schiacci. E io, a 21 anni, sono stanca.

Se ieri non mi sono tagliata è stato solo merito mio. Io che mi sono ribellata e con quell'uscita ho detto no alla mia schiavitù. Poi mentre tornavo a casa e stavo in macchina da sola mi è presa una crisi. Ma dettagli. Ancora oggi ho una voragine nello stomaco. Perchè di sicuro stasera mi aspetta qualche schiaffo e una ramanzina epica. Perchè io ho scelto di uscire invece di rimanere a casa a tagliarmi. Perchè io sono una figlia brutta e cattiva. Perchè loro mi cagano solo se faccio cose negative.

Perchè sono una piccola perdente.


domenica 9 giugno 2013

Mirrors

Conosco persone che usano i loro problemi (più o meno gravi che siano, più o meno veri che siano) per attirare l'attenzione. Per tenere le persone incatenate a se. Non mi piace. Lo odio. Lo odio perchè (peccherò di presunzione, ma chiedo venia) io ne ho qualcuno di problema, ma non rompo a nessuno. A parte qui sul blog, ma potete decidere voi se leggere o meno. E a Courtney che, poveraccia, mi ha incontrato per sbaglio in quel cesso di scuola che frequentavamo e io ero un'anima nera travestita da cerbiattino e lei era vuota come mai avevo visto in una persona.

In questo ultimo periodo con lei va... Non va male, è solo che sembra che siamo su due lunghezze d'onda differenti. Io sento che non riesco a capirla fino in fondo e so che lei questo lo percepisce e quindi si chiude nei miei confronti. Nei confronti di tutti. Io vorrei darle quello di cui ha bisogno, ma forse non ce l'ho o forse non riesco a capire cosa le serve. Qualche giorno fa l'ho vista spaventata, con la voce rotta. Lei non è mai stata così, lei se ne sbatte di tutto, lei non si spaventa di niente. Lei adesso però, ha bisogno di questo, ha bisogno di sentirsi fragile. Sta a me ora fare la parte di quella forte, scambio di ruoli.

Per lei, PER TE, rinuncio a tagliarmi tutti i giorni perchè devo essere lucida e forte per sostenerti. Non per risolverti la situazione, per sostenerti. Io rinuncio alla mia droga, per te. Io rinuncio al mio anestetico, al mio male, alle mie lune storte, ai miei pianti, alla mia angoscia, al mio dolore, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER TE.
Non so neanche perchè faccio una promessa simile. Parole troppo grandi per un'auto-lesionista... Ma non per Eve K. Perchè Eve ti vuole un bene dell'anima amica mia, non ti lascerò andare giù da sola, caso mai vengo con te. Te la ricordi quella frase che dicevamo quando andavamo al liceo? Dicevamo tipo che se toccavamo il fondo lo toccavamo insieme e se non riuscivamo a risalire ci sdraiavamo insieme su quel fondo a guardare verso l'apertura lontana in alto.

Io spero di capirti meglio un giorno e di non farti sentire come una tizia strana e incomprensibile.

Perchè tu sei il mio specchio.



sabato 8 giugno 2013

Crescere

La cosa di cui prendo coscienza ogni giorno di più è che le nostre patologie crescono insieme a noi. Si evolvono. Mi spiego.

Io non ho molti ricordi dei miei primissimi giorni di anoressia. Mi ricordo solo che un giorno ho iniziato ad avere paura di mangiare troppo, mi sentivo 'triste' se mangiavo, non mi piacevo. Così ho iniziato ad avere un comportamento alimentare insolito. Ma non ho pensato:"Oddio, credo che mi sto ammalando". Assolutamente no. Io ero solo una stupida ragazzina grassa che doveva dimagrire e i genitori si vergognavano di lei perchè era brutta.
Il fatto di tentare di vomitare giorno dopo giorno, come una specie di rituale inutile, era atto solamente a cercare di far scendere il peso. L'idea non è nata razionalmente del tipo:"Adesso provo ad ammalarmi di bulimia." Anzi, vi confesserò una cosa stupida. L'idea del vomitare come cosa per stare meglio, è nata nel viaggio estivo in terza media. Avevamo preso il traghetto per la nostra destinazione, e alcuni avevano il mal di mare. Io no. Una mia compagna andò in bagno (stava malissimo) e vomitò. Appena uscita disse:"Oh, meno male! Ragazzi, se avete il mal di mare, vomitando state molto meglio!"
Io non so perchè, ma da lì il mio cervello ha associato vomito=bella sensazione. Che stupida ragazzina.

Fu solo dopo qualche anno che iniziò a venirmi il dubbio:"Ma... Non è che sono tipo un pochino anoressica?". Ma giusto un pochino, io non ho MAI pensato di meritare nemmeno di avere un problema come l'anoressia, la bulimia e l'auto-lesionismo.

All'inizio, non capendo il perchè mi comportassi in questo modo nei confronti del cibo, la mia ansia veniva fuori in modo... Delirante? Pianti teatrali, urla, e così via. Non capivo, non capivo proprio cosa mi succedeva. E questo mi spaventava a morte. Ero spaventata da me stessa, dal cambiamento che avveniva nel mio cervello e dai pensieri malati che si facevano strada sempre più.

Adesso che ho capito (più o meno) cosa ho, la cosa è diversa. Appena capisci cosa hai è come se ti scatta nel cervello una sorta di accettazione/rassegnazione. Perchè quei pensieri non se ne andranno mai del tutto. Staranno lì dal primo giorno in cui sono arrivati fino a che non crepi.

La prima volta che mi sono tagliata mi ero spaventata a morte. Avevo fatto una cosa brutta, una cosa orribile, una cosa che non si fa. Che quelli normali non fanno. La seconda volta non ho pianto, ero solo nevrotica. Le altre volte era tutto normale. "Sto male, mi taglio.". Era legge, fine.

Oggi inizio a vedere questa cosa come un gradevole passa tempo, un bell'anestetico, meglio di quasi qualsiasi altra cosa. Certe volte immagino come sarebbe davvero se avessi tutto il corpo pieno di miliardi di piccole cicatrici. L'ansia è stata sostituita da quella lieve sensazione di adrenalina. Non so se mi sono spiegata bene.

Tutto questo post l'ho scritto per dire che queste malattie non se ne vanno, crescono semplicemente con noi. Cambiano, possiamo tenerle a bada, conviverci, ma sempre in noi rimangono.

Maledetto il giorno in cui tutto è cominciato.

venerdì 7 giugno 2013

Dear Eve K., you suck.

Ieri. Ieri schifo totale.
La mattina sono andata a casa di Courtney, stava in crisi. Ma ho avuto la sensazione di non averla aiutata per niente.
Torno a casa, mi prende una crisi di pianto. Più che piangere mugugnavo a dire il vero. Mi sono praticamente accasciata addosso a mia madre che, con mia grande sorpresa ha detto frasi del tipo:"Piccola, che hai? Sfogati, amore mio, fai uscire tutto il dolore che hai dentro... Sei il mio tesoro, non voglio che soffri..." e mi accarezzava i capelli, mi abbracciava forte.
E' stato un bel momento e me lo sono goduto tutto. Anche quando mi ero tranquillizzata continuavo a stare tra le braccia di lei, come se volessi colmare tutto il vuoto dei miei 21 anni.

La sera stavo meglio. Molto meglio. Poi lei inizia a mettermi ansie. Ansie su stupidaggini che non sto qui a scrivere. Io mi stavo agitando ma ho pensato di rimanere calma. Così sono andata a farmi la doccia. E mi sono tagliata sulla coscia.
Poi mio padre. "Posso dirti una cosa? Tu... PRIMA ERI la figlia che tutti volevano. Matura, bella, gentile, solare..." e ha troncato la frase a metà. Ma anche solo questa già bastava. Io ERO la figlia perfetta. IO ERO. E ha aggiunto:"Spero che tu non abbia questo atteggiamento così permaloso e acido anche nei confronti di altre persone oltre tua madre. Altrimenti RIMARRAI DA SOLA, NON AVRAI PIU' NESSUNO."

E io non rispondevo. Me ne andavo a letto, con la mia bella ferita nuova e un nodo nella gola. Ho pianto. Non tante lacrime, ho pianto dentro. Le lacrime non uscivano. Stavo male male.
Mio padre l'ho deluso. Per ogni scelta o azione che ho fatto. L'ho deluso perchè 7 anni fa ho pensato bene di ammalarmi.

Bello, bello, mi piace tutto della mia vita, di me. Mi piace che sono bellissima, perfetta, bravissima. Grazie mamma e papà, vi voglio bene anche io.

Arriverà il giorno in cui me ne sbatterò di quello che dite. Forse non è ancora il momento.


giovedì 6 giugno 2013

Reach your goal.

Allora. Allora. Facciamo il punto della situazione.

Voglio guarire.
Voglio lottare.
Voglio andare in Irlanda.
Voglio vivere da sola.
Voglio ricominciare a provare sentimenti.
Voglio innamorarmi.
Voglio mantenere rapporti stabili con gli altri.
Voglio dimagrire.

Io non capisco. Adesso mi vedo ancora più grassa di prima. Ieri mi veniva da piangere per quanto mi vedo e percepisco grassa. 50.6 kg per 1.60 di altezza. Ho una voglia matta di fare di testa mia, addio dieta della dottoressa.

Ieri un mio amico, Max, mi ha portato a fare un giro in moto. Finalmente. Sì, per chi non lo sapesse, io AMO le moto. Esteticamente e per il senso di libertà che provi quando le guidi. Il vento tra i capelli, vai veloce, velocissimo. Lui ha una Ducati nera. Stupenda. L'abbiamo chiamata Tempesta, perchè l'ha presa lunedì, il giorno in cui qui ha fatto il diluvio universale. Ero felice contenta. Avevo un sorriso da idiota perchè mi sentivo bene. Poi con lui mi trovo a mio agio, anche se non sa nulla dei miei problemi. E forse è proprio per questo che mi trovo così bene.

Giacchetto di pelle, jeans strettissimi, casco nero. Mi sento grassa. Mi sento una rider. Ieri sera nessuno poteva togliermi il sorriso da imbecille che avevo. Poi, tornata a casa, nel letto, ero tristissima, piangevo. Toccavo le mie costole. Le sentivo. La mia colonna vertebrale. Era ben definita sotto le mie mani. Le clavicole e le scapole. Erano lì.
Evitavo di passare le mani sui fianchi, sulle cosce, sulla pancia. Odio quelle parti di me. Sono ORRIBILI. Non in armonia col resto del corpo.
Poi pensavo che non importava. Forse no. Ero salita su una moto, con un mio caro amico. Ero stata bene. E' questo che conta. Basta, basta. Vai via Eve K. malata, lasciami in pace.


mercoledì 5 giugno 2013

Precisazioni

Voglio fare delle precisazioni riguardo al post di ieri.
Io non scrivo il blog per buttare merda sui miei genitori. Non scrivo per farmi compatire o per sembrare forte e figa. Io scrivo come fosse un diario segreto, dove posso buttare nero su bianco le mie emozioni che, lo ammetto e riconosco, sono spesso contraddittorie. E penso faccia parte del mio modo di essere/vedere le cose/dei problemi. E poi c'è da dire che non riporto ogni frase che dicono o che dico io. Riporto brevi stralci di conversazioni.
Io non odio davvero mia madre. Ci sono mamme molto peggiori della mia. Non odio papà, mio padre è un grande uomo.
E' il tutto che si somma. Ad esempio, perchè proprio ora è stato devastante che mia madre abbia deciso di parlare con me dell'autolesionismo? Beh, perchè era un periodo in cui andava un pò meglio. Ci pensavo, ma non più di tanto. Non volevo pronunciare parole brutte a riguardo.
Ci sono momenti in cui ne devi parlare, ne senti il bisogno e devi buttare fuori tutto.
Periodi, invece, in cui hai bisogno di stare tra te e te, rafforzarti. Hai pure paura di dire qualsiasi parolina inerente all'argomento. Ecco, mia madre ha beccato proprio quel periodo. Mi ha fatto dire le paroline cattive, ha ritirato fuori tutto il mio male. E non è colpa sua, che ne sapeva? Già, cosa ne sa di me?

Ieri notte non ci ho nemmeno fatto caso. Mi sono graffiata il polso sinistro, la parte dove si vedono le vene. Mi sono anche morsa, non mi ricordo. Stamattina mi sono svegliata con delle macchie rosse, tipo capillari scoppiati. Non fa male però. Solo se premo forte. Volevo piangere ieri notte. Volevo piangere forte. E' uscita una lacrima e basta. E' come avere due mani gigantesche che ti avvolgono lo sterno e ti stringono. Soffochi, fa male. Io ho sentimenti strani. Sono scombussolati, non sono al loro posto. Sono anni che non mi emoziono davvero, in senso positivo. Non mi ricordo nemmeno cosa si prova.

Sto in crisi anche col cibo questo periodo, ma dalla mia psicologa non ci torno. Perchè quando tento di esternare quello che provo lei mi risponde che ogni ragazza prova quello che sento io. Sì, ok, posso starci. E' vero che quasi tutte le ragazze stanno attente a quel che mangiano, vogliono stare in forma, eccetera. Ma non penso che TUTTE le ragazze facciano sfociare la voglia di avere un bel corpo, nell'auto-lesionismo. Insomma, una che ci tiene, va in palestra, mangia bene, si crede figa, non penso che si metta a piangere tagliandosi ogni giorno. Ma credo che certe ragazze nemmeno arrivano a pensare di procurarsi di proposito delle ferite. Dai, è un comportamento assurdo e  malato.
 'Voglio un bel corpo e lo rovino.'
Forse perchè, cara psicologa, dietro la frase 'non mangio perchè voglio essere magra' c'è molto di più. C'è un universo. C'è un universo fatto di nero, sangue e voglia di morte.

Comunque, vediamo come andrà a fine mese dalla nuova dottoressa. Mah, ho la positività sotto terra proprio.

Voglio che accada così un giorno.



martedì 4 giugno 2013

Placebo

Se ascoltate le canzoni dei Placebo, capirete me. Abbastanza della mia essenza.
Ascoltate 'English Summer Rain', 'Pure Morning', 'Devil In The Details'. E queste sono solo alcune, le principali forse.
Poi, il nome stesso della band... Penso renda l'idea. Il famoso effetto placebo... Le nostre malattie sono un maledetto effetto placebo.

10 gocce di anestetico.

Ieri mia madre:"Sai ho letto un articolo su questa rivista. E' sull'auto-lesionismo, lo leggiamo insieme?"
Già. Chissà chi ha lasciato in giro per casa quella rivista per una settimana.

"Cosa posso fare per aiutarti quando ti senti così?"
Niente, niente.
"Ascoltarmi, interessarti dei miei problemi."

"E' colpa mia? Ho fatto qualcosa?"
Sì,  a volte.
"Ma no, ti pare?!"

"Lo fai per attirare la nostra attenzione?"
"Hai mai visto i miei tagli?"
"No."
Bastarda, cieca.
"Beh, allora no. Se volevo attirare la vostra attenzione mi tagliavo la faccia o il collo."

"Ti capita ancora di sentirti così? Di avere una profonda sofferenza emotiva come dice qui?"
Sì, cavolo. Mi capita tutti i giorni. Che vorrei aprirmi in due. Che vorrei urlare come una pazza. Che vorrei piangere fino a morire. Che vorrei urlarti in faccia di aprire gli occhi.
"No, adesso riesco a controllarmi meglio. Sto meglio. Non benissimo, ma meglio."
Che cacchio fai, piangi?!
"No mamma, non piangere... Dovresti consolarmi tu, non fare così..."



Tagliarsi è sbagliato. 
Io mi voglio bene. 
Non serve a niente. Non serve a niente. Non serve a niente. Non serve a niente. Non serve a niente. Non serve a niente.
20 gocce di anestetico.

lunedì 3 giugno 2013

Dubbi.

Mi sono molto scoraggiata da quando ho discusso con i miei per quanto riguarda Dublino.
E se non fossi davvero capace di badare a me stessa?
E se andrebbe davvero tutto male una volta lì?
E se davvero io non sapessi vivere senza tentare di auto-distruggermi ogni giorno? Cosa succederebbe?
E se una volta lì inizierei a digiunare e a tagliarmi?

E se fossi davvero solo questo?

Me la ricordo com'era l'Anoressia, chi se li dimentica quei momenti lì... Anche se ero annebbiata, ricordo cose a pezzi, ricordi confusi... Però qualche ricordo ce l'ho. Non ho nemmeno una foto dei miei 45 kg, indovinate perchè? Perchè non ero abbastanza. Non ero abbastanza magra, mi facevo profondamente schifo, peggio di ora.
In quel periodo un ragazzo, quello del 'Ti amo', mi disse che mi voleva bene. Io non risposi 'Anche io', non sorrisi, non ebbi nessuna reazione normale. Dissi solamente:"Perchè?". Sì, perchè? Cosa c'era in me per fargli desiderare il mio bene? Cosa? Che cavolo dici?

Ma te lo ricordi quando con 3 tic tac ci vivevi una giornata intera? Quando bevevi solo acqua perchè 'mangiare era sbagliato'? Quando ti si contorceva lo stomaco, non percepivi nulla e soffrivi come se stavi ad un passo dalla morte. Eri questo, sei questo. Quando stavi da sola, che Courtney ancora non la conoscevi. Passavi le tue giornate sullo step, a salire e scendere dalla bilancia, a piangere, a infilarti lo spazzolino in gola, a contare tutto.
Te lo ricordi quando la compagna di classe invidiosa ti ha detto ridendo:"Ma come mai sei così grassa?" e tu quel giorno non hai mangiato. Lei ha visto l'espressione del tuo viso e ti ha chiesto scusa; perchè forse ha intravisto che stavi per piangere, chi lo sa. Poi dopo qualche mese ti ha detto:"Sei così magra..." e ti guardava con gelosia.
Ti ricordi quando avevi tante tante occhiaie viola, eri bianca come un cadavere, i capelli lunghissimi e biondi ti cadevano disordinati davanti agli occhi e qualcuno ti chiedeva se stavi male. Pensavano avevi l'influenza.
Ti ricordi quando ti accasciavi nei bagni di quel cesso di scuola e Courtney ti veniva a rialzare?

Ti ricordi quando la pazzia era l'unica via d'uscita dalla disperazione?

domenica 2 giugno 2013

Cosa ti piace di te stessa?

Bella domanda. Sono giorni che ci penso. Qualcosa dev'essere uscito fuori. Dai, troppo facile dire:"Non mi piace niente, odio tutto di me." Così uno se ne lava le mani e non si esprime. Qualcosa c'è. Dunque...

Cosa mi piace di Eve K., di me?

Mi piace quando sono gentile con gli altri.
Quando cucino e pulisco casa, così mamma si riposa ed è contenta.
Mi piace quando appoggio i progetti di mio padre.
Quando riesco a far sorridere mio fratello, quando lo tengo per un pò di più in casa a vedere la tv con me invece di lasciarlo uscire fuori a farsi le canne.
Mi piace quando mi guardo allo specchio e riesco a fissare lo sguardo solo nei miei occhi verdi. Mi piace che i miei occhi riescano a non vedere altro.
Mi piace quando penso di farmi male e piango, ma poi non lo faccio.
Mi piacciono le mie clavicole sporgenti e il collo sottile.
Mi piace quando riesco a ridere fino alle lacrime insieme a Courtney.
Mi piace quando prendo in braccio un bambino e sorrido.
Quando gioco con mio cuginetto M. e lui mi prende la mano per portarmi dove vuole.
Mi piace essere definita intelligente.
Mi piace quando vinco io, quando i miei problemi si arrendono a me.

Queste sono davvero tante cose. Chi l'avrebbe mai detto.



sabato 1 giugno 2013

Rabbia

I miei. I miei che non mi hanno mai cagata, che non si ricordavano nemmeno dei miei eating disorders, si sono svegliati di botto.
A pochi mesi dalla partenza per andare a Dublino si ricordano che sono preoccupati perchè 'con i problemi che ho avuto' potrei star male lì, da sola.
E certo, le ragazze con un vissuto difficile non possono farsi una vita.
Loro invece di darmi fiducia mi guardano e vedono una specie di mostriciattolo che si auto-distrugge con tutto quel che fa.

'Sei più vulnerabile di altri'

Parlano, parlano, quanto parlano. E io che tento di spiegarmi e loro non capiscono.
Grazie mamma.
Grazie papà.