giovedì 30 maggio 2013

Domani...

Sapete una cosa? Forse non ho più tutta questa voglia di morire.
Sì, davvero. Mi perderei un sacco di cose.

Voglio vedere cosa succederà domani. Cosa MI succederà domani.
Voglio sapere cosa inventerà la mia migliore amica per farmi sorridere.
Voglio conoscere cosa può creare il mio cervello per aiutare lei.
Voglio vedere posti nuovi.
Voglio scoprire con chi li visiterò.
Sono curiosa di sapere chi ci sarà al mio fianco tra 5 anni.
Voglio sapere che difficoltà affronterò domani e in che modo le supererò.
Voglio vedere Courtney, la mia migliore amica, crescere, diventare grande, diventare qualcuno.

Voglio fare tante cose. E la vita intera non basterebbe per farle tutte. Ma intanto, accontentiamoci, no? C'era qualcuno che diceva: "Fate della vostra vita un capolavoro". Beh, i cosiddetti 'capolavori' secondo me sono tali perchè dentro c'è tutto. C'è l'amore, il dolore, la tragedia, l'amicizia, i sorrisi, la sofferenza... Tutto quello che possiamo immaginare. La nostra vita è un capolavoro, indipendentemente da quanto soffriamo. E il bello è che, la maggior parte delle volte, nella nostra vita comandiamo noi.


Non vorrei parlare troppo presto, ma in questi giorni non ho ancora sentito il bisogno di tagliarmi. Voglio che continui così, perchè tagliarsi è orribile. Non tanto per i tagli in sè, ma per quello che provi prima, durante e dopo averlo fatto.

Oggi piove, che bello!



Riflettete su quanto ho scritto ragazze. E' importante.


martedì 28 maggio 2013

Pronta a correre.

Voglio dedicare questa canzone alla parte 'cattiva' di me, a quella 'malata'. Perchè oggi mi sento...


Pronta a correre

Con te ero immobile
oggi ti vedrò di colpo sparire
tra la folla te ne andrai
mi sono rotto delle scuse
e sono stanco dei tuoi guai
hai detto che non vuoi più
camminare accanto a me, accanto a me
ora questa casa mi sembra più grande
illumino ogni angolo
dipingo la noia, rivesto la stanza
di quel che d'ora in poi sarò
non mi fermerai né adesso, né mai
perché per troppe volte ho scelto te
non sono immobile
grazie per avermi fatto male, non lo dimenticherò
grazie io riparto
solo controvento ricomincerò

giro nel centro e faccio la spesa
non mi sento fragile
cento grammi di sole
non serve l'amore
se poi diventa cenere
non mi prenderai
né adesso, né mai
perché per troppo tempo
ho scelto te
dimenticando me

grazie per avermi fatto male
non lo dimenticherò
grazie io riparto
solo controvento ricomincerò
sarò pronto a correre per me
e tu ferma immobile
grazie per avermi fatto male
non lo dimenticherò
sento nelle vene vita che si muove ricomincerò
sarò pronto a correre per me.  


di Marco Mengoni



Spero che questo post faccia trovare un pò di positività anche a voi. Buona giornata, guerriere.

lunedì 27 maggio 2013

Still fighting.

Ogni giorno. Ogni santo giorno.
Mi alzo e si comincia.
E' una lotta continua.

Mangiare. Mangiare bene. Mangiare il giusto.
Lascia stare le lamette, non morderti le labbra a sangue, non graffiarti, non prendere a pugni il muro.
Non piangere, resisti.
Piangi, sfogati.
Lavora sulla tua autostima. 

Mantieni rapporti con gli altri. Sorridi quando sei con loro.

Sono rimaste solo le cicatrici, iniziano a mancarmi le ferite fresche.



Motivation. Stay strong. Always.

domenica 26 maggio 2013

La perfezione.

Ieri sono stata ad un matrimonio. O meglio, al rinfresco pre-matrimonio.
Tacchi alti e tubino nero di raso, per me. Trucco da giorno, capelli all'indietro. 'Sei stupenda, elegantissima', dicevano.
Io li odiavo, odiavo tutti, perchè mentivano.

La terza volta che andai dalla psicologa mi disse di fare un esperimento. Di guardarmi intorno quando passeggiavo per strada o in occasioni simili, confrontarmi con le persone che passavano, così da vedere con i miei stessi occhi che ero migliore (fisicamente) di molti altri. L'esperimento è fallito miseramente. Chiunque era meglio di me, E' meglio di me.

Odio i contesti sociali di questo genere. Dove devi essere perfetta, la più bella. Lo odio perchè perdo sempre in questa gara silenziosa. Gara in cui la competizione non è mai palesata, ma la si percepisce sotto pelle, negli sguardi. Tutte fiere, le damigelle. Sguardo basso io, pronta a sorridere, ad annuire a ringraziare per i complimenti. Complimenti che non riesco ad accettare, che alle mie orecchie suonano come semplice cortesia e gentilezza.

La psicologa diceva che le ragazze che mi fissano, non è necessariamente perchè pensano che faccio schifo. Dice che mi fissano per invidia. Alcune ragazze fanno battute o cercano di farti male dicendo cattiverie sul tuo fisico perchè in realtà ne sono gelose. Vorrebbero averlo loro, se potessero ti strapperebbero di dosso tutta la bellezza che hai.
I ragazzi ti guardano... Beh, si sa perchè i ragazzi ci guardano. Altra cosa che odio. I ragazzi che ti guardano con quell'espressione da... 'Vieni qui, bambolina...' Li odio, li odio, mi fanno sentire sporca, solo per come sono fatta.

Quando ero in secondo superiore desideravo non avere il seno. Porto la quarta, e non è un vanto. Camminavo sempre con le spalle piegate in avanti, nel vano tentativo di nasconderlo. Il mio corpo è sempre stato motivo di vergogna per me, per un motivo o per un altro.

Ho fatto cose stupide, cose di cui mi pento tutti i giorni, cose che se potessi tornare indietro... Le cancellerei, le farei in modo diverso. Mi sono rovinata con le mie mani, rovinata per sempre.

Non riesco a dormire, non riesco a darmi pace.

Vi lascio un pezzetto di me. Una foto insignificante, è solo un pezzo di me. Un gesto che faccio spesso.


venerdì 24 maggio 2013

I'm back!

Tornata!
Venezia è bellissima. Per due giorni. Col tuo fidanzato. Fine.
Con Courtney ci siamo divertite tantissimo ovviamente, abbiamo vissuto mille avventure. Ci scambiavano sempre per inglesi, che soddisfazione.
Correvamo per i vicoletti alla scoperta di un labirinto senza fine, ridevamo di questa città fantasma. Ma ci è piaciuta, davvero.

Ho pensato pochissimo. Non avevo energie e voglia di farlo. E pensavo che forse non importa davvero quanto peso. Non importa quanto sono grassa. Forse non importa davvero. Non importa a nessuno, dai.

Non vedo l'ora di andare lontano, a Dublino. Imparare l'inglese alla perfezione. Non vedo l'ora di crescere un pò di più. Di imparare a cavarmela da sola, veramente sola.

Quando arriverà il momento di andare, piangerò. Piangerò come una fontana, lo so. Ma andrà bene. Il mio cuore sembra anestetizzato ormai, come se ne avessi solo metà. Come se potessi sopportare davvero qualsiasi cosa. Qualsiasi addio, qualsiasi dolore.

Le cose che ho vissuto, le cose che vivo, i problemi che ho... Mi rendono forte.



I'm indistructible.

domenica 19 maggio 2013

Si parte!

Finalmente domani si parte. Io e Courtney andiamo a Venezia, non ci saremo per quattro giorni. Andrà tutto bene, ne sono certa. Un abbraccio a tutti!

venerdì 17 maggio 2013

"Hai sbagliato, ricomincia."

"Non sei stupida, hai un problema, un problema serio, è una cosa ben diversa. Hai bisogno di qualcuno che ti dia i mezzi per risolverlo o almeno imparare a conviverci senza che siano questi pensieri a determinare la tua vita... So che sono pensieri che non controlli, per placarli forse puoi provare a parlare un attimo con te stessa... Ti chiedo scusa in anticipo se sto dicendo l'ennesima cavolata, ogni tanto però mi viene da pensarla così: quando si "sceglie" di dimagrire ricorrendo a quei metodi. si sa quali sono le conseguenze: apatia, intontimento, mancanza di energie, ecc. Forse si dimagrisce ma questo ti porta a rinunciare a tante altre cose. Non so, in certi momenti sembra che nulla sia bello o importante... Anche solo divertirci per davvero io e te insieme. Aiutare le persone che se lo meritano come sai fare tu. Giocare con M. Col cervello completamente incentrato in quello e il corpo sfiaccato dalla carenza di cibo, qualsiasi cosa la fai e la vivi a metà. Essere più magra del necessario è più importante di tutto il resto? Non voglio sbatterti in faccia cose che già sai, cerco solo di suggerirti modi per rispondere a quei pensieri che stanno nella testa e non se ne vanno..."

Sms della mia migliore amica Courtney, ieri sera. Per precisare, M. è mio cuginetto di 2 anni e mezzo.

Ieri ho provato a vomitare. Erano circa due anni che non ci provavo più, nemmeno mi ricordavo che sensazione si percepiva. Non ci sono mai riuscita purtroppo, ma per un periodo ci provavo tutti i giorni. E faceva male uguale. Faceva anche più male proprio perchè non ci riuscivo. Perchè mi facevo male con le unghie. Come ieri.

Mi è presa a male perchè mi sono guardata allo specchio e mi sono vista più grassa dei giorni precedenti. Non lo so perchè. Così ho avuto la brillante idea di infilarmi 4 dita in gola. Ora, non avendo mai vomitato sul serio, ho provato sensazioni che mi sembrano da cretina. Tipo male alle tonsile. La gola e la lingua gonfia. MAL DI ORECCHIE. Tosse per una mezz'oretta dopo. E un pò di sangue in gola, ma quello lo so il perchè. Perchè non ho grazia e quindi mi graffio. Ancora oggi sento un pò indolenzita la gola.

Stavo pensando di tagliarmi l'interno di una guancia o la lingua, così è sicuro che mi ricordo di mangiare poco. Odio perdere il controllo. Voglio rituffarmi nel mio inferno personale con tutta me stessa. Ma non ci riesco, perchè ne ho paura. Perchè so che impazzirei. La mia parte 'sana' sa che non devo farlo. La mia parte 'malata' ricorda solo le belle cose che l'anoressia ti dà. E io desidero, voglio che mia madre sia costretta a portarmi in braccio all'ospedale. Voglio vederla piangere vicino al mio corpo quasi cadavere. Mi faccio schifo da sola a pensare a tutte queste cose.

Mi ricordo che quando non mangiavo, sentivo freddo. E mi piaceva. Ricordo che non percepivo niente. E mi piaceva. Il ciclo che non veniva per qualche mese. E mi piaceva.
Ricordo i pianti, la notte. Le occhiaie, peggiori di quelle che ho adesso. I capelli... Che cadevano a ciocche. Li perdevo, ma non sapevo che era per la mia anoressia. Il cuore che mi rimbombava in testa e andava piano piano. E sapevo il perchè. Ricordo il peso, le calorie, i chilometri fatti...

46, 500, 2.5, sali-scendi, 46.2, hai sbagliato, corri, 46.1, 450, fai le scale, 47, hai sbagliato, bevi, ricomincia, 46.

Le bugie, le bugie... "Ho mangiato, ho già cenato, non ho fame, sono solo stanca, è stato il gatto."

Ora, grazie a Dio c'è Courtney. Che mi fa ragionare. Io vorrei aprirmi in due, ma lei mi fa ragionare. Andrà tutto bene, non importa se sono grassa. Cavolo, 51 kg per 1.65 di altezza... Non posso pensarci. Ma non importa.





Non importa davvero.













Non posso rinunciare a tutto, di nuovo. Non posso rinunciare ad amare M. e donargli tutto il mio affetto, non posso farlo per Courtney. Dovrei pensare soprattutto a me, lo so, ma non ci riesco. Mi aiuta lievemente resistere per il 'bene' altrui. Sono confusa.

giovedì 16 maggio 2013

Post per le ragazze e pensieri...

Voglio cogliere l'occasione per ringraziare le ragazze (se ci sono anche ragazzi non lo so) che visitano e commentano il mio blog.
Sembra una cosa stupida, ma aprire il blog e trovarsi un commento di sostegno sotto qualche post, è davvero una bella cosa. Ti senti meno sola nella 'malattia', nel delirio, nel dolore. Siamo circondati da tante persone nella vita reale, ma sapere che ci sono persone (anche se solo virtuali) che capiscono e affrontano i tuoi stessi problemi, aiuta.
Voglio ringraziare 'Pulce', 'se fossi fuoco arderei il mondo', '*Viellina*, 'Ima Sickone', e naturalmente la mia migliore amica 'yaxelle' (ovvero, Courtney).
Scusate se non ho messo il collegamento sui vostri nomi, ma non so come si fa.

Grazie perchè mi leggete e mi capite. Perchè credete in me. Mi piace immaginare le vostre facce mentre leggete. Mi capita di pensare a qualche post scritto da voi durante il giorno.
Vorrei mettere la foto di una parte di me; che ne so, le mani, le braccia, le clavicole o il collo. Giusto per farvi avere un'immagine della persona che scrive queste cose. Ma non ci riesco. Chiedo venia, ma non ci  riesco. Non c'è una singola parte di me che mi aggrada, non posso. Troppo grassa per mettere una foto, troppo, non ci riesco. So che capirete.

Oggi  non riesco a respirare... "E' come avere qualcosa dentro che ti uccide", dicevo ieri a Courtney.
Ma quelle come noi, come fanno? Come fanno a sopravvivere? Anche quando vuoi guarire lo sai che quel 'mostro' dentro di te rimane. Rimane per sempre. E noi, siamo le guerriere del mondo. Inutile che dicano che siamo fragili, deboli, stupidine... Noi siamo le più forti, noi riusciamo in tutto anche se non ce ne accorgiamo. Noi siamo persone splendide. Empatiche e comprensive. Noi siamo quel che non vorremmo essere, dentro. Ma all'esterno riusciamo a convertire la nostra energia negativa in positiva, per far star bene gli altri.

Tenete duro. Fate programmi belli per il futuro. Create. Sperimentate. Pregate. Amate. Lasciatevi amare. 'Lasciatevi amare' non vuol dire che dovete rimanere aspre. Non so se avete capito il gioco di parole e il duplice significato della frase.

Per concludere, vi ringrazio di cuore.




Eve K.

mercoledì 15 maggio 2013

'Fame, vero?'

Ieri sera. Che. cosa. patetica. che. schifo.

Abbuffata animalesca schifosa. Era andato tutto a meraviglia durante la giornata! Poi, va bè, la mia psicologa a cui ho scritto di 'modificarmi' la dieta non mi risponde da 3 giorni. Bello eh? La psicologa serve solo a trattarti come una cerebrolesa quando vai nel suo studio, a pesarti, a misurarti e basta. E a dirti "brava!" se segui il regime o "così non va" se fai di testa tua.
Come quella volta in cui le ho scritto una mail che diceva esattamente:
'Ciao ... come stai? Spero tutto ok. Mi sono tagliata due volte... Quando posso avere un appuntamento con te? Grazie in anticipo, baci...'

Ok, spiegatemi cosa c'è di difficile da capire. Avreste risposto voi? Beh, io l'avrei fatto. Mica avrei risposto chissà che, solamente: 'Ho disponibile il giorno tot alle ore tot." E invece... Non rispondeva da diversi giorni, allora gli scrivo un'altra mail per chiedergli se gli era arrivata la precedente e lei:'sì mi è arrivata. puoi venire o il 5 o il 7 alle ore 18.'

Ma io ancora che tento di fidarmi dei medici! E' già tanto se sanno come curare l'influenza.
Non voglio generalizzare ovviamente.

Dunque, tornando a noi. Ieri, ceno. Tutto secondo i piani. Pesce lesso, cetrioli e insalata con carote. Tutto alla perfezione. Dopodichè mi alzo da tavola e prendo una fetta di pancarrè. La tosto e ci metto sopra burro e marmellata. E già questo non avrei dovuto farlo. Non contenta, prendo un'altra fetta e faccio la stessa cosa. Ancora non soddisfatta, prendo una torta fatta da mamma con marmellata e succo d'amarena e ne mangio una fetta. Poi mangio tre confetti. Poi prendo un sacchetto di mandorle da 100 gr e mi metto a mangiarlo in piedi come una specie di barbona che non mangia da giorni. Poi prendo un pacco di muesli, lo metto in una ciotola e ci aggiungo il latte. Mentre mi sto chiudendo in camera mia madre se ne esce con una delle sue osservazioni geniali:"Fame stasera, eh? ;)"

Tu. Sei. Un. Idiota. Non capisci niente! Tu lo sai, lo sai, dannazione! Dovevi fermarmi, dovevi dirmi:"Tutto ok, ferma, tranquilla..." Non dovevi dirmi che avevo fame, la mia non era fame! Era uno schifo di abbuffata!

Poi sono stata un pò al pc trattenendo a stento i conati di vomito e, indovinate un pò? Noi, noi che ci abbuffiamo, digiuniamo e ci tagliamo... Preparatevi eh, rullo di tamburi...

Possiamo usare le nostre energie per fare altro!

Rivelazione del secolo gente. Tipo... Andiamo a fare sesso, dai! Questo ci aiuterà. Adesso, ogni volta che vorrò tagliarmi, uscirò di casa e vado col primo che incontro. Sì. Del resto è quello che ho sempre desiderato.

Oppure riflettere su questa domanda, guarirà tutti i nostri mali:

Cos'altro ci manca? Cosa vogliamo per essere felici?

Ma sì, cosa ci manca? Avanti, ditemelo. Siamo tutte sciocche e bugiarde, tutte egocentriche ed egoiste. Tutte pazze esaltate. Tutte strane, col cervello sotto i piedi.

Scusate questo post lievemente ironico. Mi sento ripetere queste frasi da anni e ne sono alquanto stufa. Come sono stufa dei miei DCA e del mio auto-lesionismo. Sono proprio stanca, mi sveglio la mattina già a pezzi per le cose che mi vengono in mente. Questi problemi non sono un gioco, non è divertente. Se solo potessi farvi entrare nella mia testa lo capireste.



Avete mai avuto paura di dormire?

martedì 14 maggio 2013

Solo un episodio...

Io, terza media. Mio fratello, prima media. Appena diagnosticato il diabete, a lui. Da pochi mesi, sì.
Tornavamo sempre insieme da scuola, a piedi. Un giorno, un maledetto giorno, decide di fermarsi a parlare con degli amichetti. Io, stufa di aspettarlo, me ne vado.
Il tragitto casa-scuola saranno 5 minuti al massimo.

"Dov'è tuo fratello?!"
"Si è fermato a parlare con i suoi amici, mamma. Ora tornerà."

Lei corre verso la finestra, vede dal balcone il mio piccolo fratellino che cammina sbarellando a destra e sinistra come un ubriaco.

"Stupida! Si sta sentendo male!" urlava, urlava come una pazza.

Io corro di sotto, vado incontro a lui che mi sviene addosso. Lo prendo in braccio. Arriva mamma e tutti i parenti che abitano di fianco a noi. Tutti a strillare, a strillarmi addosso. Io cercavo di far rinvenire mio fratello con qualche schiaffo in faccia, dicendogli:"rimani sveglio, guardami, guardami, bravo, sei bravo, rispondi!" e intanto piangevo.

Subito lo zucchero per mio fratello. Subito un pò di fiele, per me.

"E' colpa tua, è colpa tua, è stata colpa tua. Tutta colpa tua, cattiva e stupida bambina."

Forse, per via di questa/queste situazioni ho sviluppato l'anoressia...? Non lo so. So solo che da quel momento... Non sono più stata la stessa. Era colpa mia se mio fratello andava in coma. Era colpa mia se lui moriva. Era tutta colpa mia. Non ero 'bella', ero cattiva.


lunedì 13 maggio 2013

Ok.

Oggi giornata okey.
Ho mangiato bene, al contrario di ieri in cui mi è venuta l'ansia per tutto quello che ho dovuto manngiare. Ero a cena fuori.
Oggi invece ho mangiato come volevo. Dico così perchè in questi giorni mi è venuta in mente diverse volte l'idea di ricominciare con il digiuno. Di rimettere in atto i miei piani malvagi. Di  perdere almeno 5 kili. Non pesare più 50, ma 45. E ho dovuto lottare per togliermi 'sta roba dalla testa. Per ora, è andata. Alimentazione sana.

Una cosa che mi piace moltissimo sono le spezie. Le metterei ovunque e devo dire che non sono da sottovalutare. Danno più sapore e aumentano la sensazione di sazietà. Credo. Stasera ho mangiato il petto di pollo e l'ho condito con cumino, curcuma, cherry e peperoncino. Sì, ad alcuni farebbe schifo, lo so. Ma a me piace.

Mi sono vista con una mia amica che ha 10 anni più di me e ha una figlia di 11 anni. Abbiamo parlato un pò e sono riuscita a darle un pò di consigli per far in modo che sua figlia non sviluppi un DCA. Ad esempio di far capire a lei che può fidarsi, può raccontarle tutto. Che invece di ignorarla quando dice frasi come  "sono grassa, non mi piaccio", potrebbe ascoltarla e dirle che possono affrontare la cosa insieme. Con una giusta alimentazione e un pò di sport. Il tutto con molta naturalezza.
Penso dev'essere orribile sapere che una bambina che conosci inizia a sbrattare a tutto spiano, a digiunare, a prendere a spallate il muro della sua camera per farsi venire ematomi giganteschi, che si taglia con le lamette di suo padre, che fa ginnastica pure mentre dorme. Che impazzisce in poche parole.

Io mi sento in grado/in dovere di fare questo. Posso aiutare (per quanto possibile) qualcun'altro a non sviluppare i disturbi che ho avuto/che ho io. Non è detto che ci riuscirò, ma tanto vale provare. Posso essere una sorella maggiore, una mamma, un'amica, una confidente. Perchè so come si sta. So cosa vuol dire non saper 'stare', so cosa vuol dire sentirsi uno schifo per quello che dicono gli altri.

Quando ero alle medie e alle superiori mi prendevano in giro perchè avevo (e ho tutt'ora) polsi e caviglie sottili. E io pensavo che visto che ero grassa, questo era un problema irrisolvibile. Pensavo di essere mal formata. Dopo la prima volta che mi dissero delle caviglie ho smesso di portare pantaloni corti. Anche in estate, porto sempre i pantaloni lunghi. E' una fissazione che non riesco a sconfiggere. Per i polsi... Beh, in estate non posso farci granchè... Ma tendo sempre a nascondere mani e polsi, quello sì.

Ho fatto il cambio di stagione e mi sono misurata pantaloni e magliette dell'anno scorso. Mi stanno larghissimi. Pensa che schifo, l'anno scorso ero ancora più balena di quest'anno. Che vergogna.

A parte questo, sento che ce la posso fare. Ad agosto vorrei essermi già trasferita in Irlanda e devo essere forte. Non posso tagliarmi. Perchè se vado lì a vivere da sola, non verrà mammina a bussare chiedendomi cosa sto facendo. Non posso farmi trovare dopo due giorni morta nella vasca da bagno con i polsi tagliati. Non posso assolutamente. Quindi...


domenica 12 maggio 2013

Another chance.

Voglio darmi un'altra chance. Voglio provare a mettermi 'in ordine'. Se non altro a rimandare l'auto-distruzione ad altri momenti, a giorni più lontani. Ieri due attacchi di panico in momenti a caso, ma non mi arrendo, ce la faccio. Dai, ovvio che ce la faccio.

Non mi spaventa stare in mezzo ad una folla di gente che ti fissa, ti squadra, urla e ride... No, non mi spaventa.
Non mi spaventa il giudizio altrui.
Non mi spaventa il mio giudizio.
Non mi spaventano le lame e gli oggetti affilati.
Non mi spaventa il cibo.
Non mi spaventa la solitudine.
Non mi spaventa l'estate.
Non mi spaventa stare in costume... No,cacchio, quello si che mi spaventa, non siamo troppo ambiziose.
Non mi spaventa il futuro.
Non mi spaventa il passato.
Non mi spaventano le mie fisse mentali.
Non mi spaventano i miei limiti.
Non mi spaventano i miei "carnefici". Lasciatemi stare, lasciatemi uscire, voglio essere libera, uscite dalla mia testa.

Una cosa che ho imparato in tutti questi anni c'è. L'ho imparato quando volevo arrivare a pesare 45 kg ma pesavo 48 kg e mi dannavo l'anima. L'ho imparato quando cadevo ancora. L'ho imparato quando dimostravo la mia debolezza davanti agli altri. L'ho imparato quando non correvo abbastanza veloce. L'ho imparato quando non mi facevo abbastanza male.

DETERMINAZIONE. 
DISCIPLINA. 
AUTOCONTROLLO. 
E MAI ARRENDERSI.

Se riesco a farlo valere per rovinarmi, perchè  non posso riuscire a tener fede a questi punti per crearmi? Per ricostruirmi, per rimettere insieme i pezzi di me?
E adesso voglio ricominciare. Di nuovo. Sono alla base di una montagna, la più alta che io conosca. Mi metto le scarpe adatte, prendo una corda resistente, ed inizio a salire. Passo passo, pian piano. E arriverò in cima. Non so quanto ci metterò, non so quante altre volte dovrò cadere e farmi male, ma ci riuscirò. Ed è questo l'importante.

La canzone adatta a questo momento è Never Surrender degli Skillet:

Do you know what it's like when
You're scared to see yourself?
Do you know what it's like when
You wish you were someone else?
Who didn't need your help to get by,
Do you know what it's like
To wanna surrender?


I don't wanna feel like this tomorrow
I don't wanna live like this today

Make me feel better
I wanna feel better
Stay with me here
And never surrender

Do you now what it's like when
You're not who you wanna be?
Do you know what it's like to
Be your own worst enemy?
Who sees the things in me I can't hide,
Do you know what it's like to wanna surrender?

Make me feel better
You make me feel better
You make me feel better
Put me back together.



Stay strong.
 

sabato 11 maggio 2013

La mia migliore amica.

Guardate cosa scrive di me la mia migliore amica. Come faccio? Come faccio ad odiarmi tanto quando c'è lei che mi ama così? Ditemi voi come faccio.
Riesce a descrivermi meglio di chiunque altro, meglio di me stessa perfino.

E per oggi leggere questo mi basta. Mi basterà per qualche giorno. Come le carezze della primavera, come un bicchiere d'acqua nel deserto torrido. Lei è la mia oasi. Lei è tutto.

Buona lettura.

http://nellatrama.blogspot.it/2013/05/eve-k.html?showComment=1368285639204#c870145170253187538


venerdì 10 maggio 2013

Random...

Riflessioni ovvie oggi.
A volte è disarmante vedere come per gli altri, i nostri beneamati disturbi, non siano di nessun peso. Mi spiego.
I nostri adorati disturbi per noi sono vita, ci riempiono le giornate, danno un senso a tutto, ne parleremo per ore ed ore, sono importantissimi, eccetera. Per gli altri che ne vengono a conoscenza accade più o meno questo: stupore, domande varie, tentativi per capire, rabbia/compassione e infine comportarsi come se non lo avessero mai saputo.
Da una parte mi consola. Mi fa capire che le persone, non mi valutano, non mi giudicano in base allo schifo che faccio. Vedono il mio bianco, non fanno caso al nero, al catrame che ho dentro.

Voglio informarvi che sto qui a scrivere cose random per non tagliarmi.
Non voglio uscire di casa, cavolo. Ma so che non uscire mi fa male. Lo so. Quindi oggi uscirò. Devo. Eppure basterebbe un sms per disdire e rimanermene rintanata in queste quattro mura...

Motivazioni per tagliarsi:
- Mi sento viva quando lo faccio. Altrimenti sono una morta che cammina.
- Mi rende forte.
- Mi rovina la pelle.
- Esprime tutto il disprezzo che provo per me stessa.
- Mi rovina dentro. Fa del mio cuore una poltiglia, del mio stomaco un covo di ragni, dei miei polmoni una ciminiera.
- Mi punisce come merito.
- Tagliarmi è l'espressione visiva di quello che vorrei dire a parole, ma che non riesco a far uscire.
- Mi fa essere me stessa.
- Mi fa sentire crudele, cattiva, SPORCA, tanto sporca.

Io sono sporca, nera, marcia dentro. SPORCA, SPORCA, SPORCA.



Motivi per NON tagliarsi:
- Non risolve nessuna situazione.
- E' eticamente e moralmente sbagliato.
- La vita è bella. O meglio, sarebbe senz'altro  un tantino migliore se uno non si squartasse.
- Esiste almeno una persona sulla faccia della terra che vorrebbe che io non lo facessi.
- Me ne pentirei. (?)
- Posso usare le due ore del pre-crisi, cutting, post-crisi per fare altre cose migliori, più utili, produttive.

 Per chi non lo sapesse (almeno per me è così), l'auto-lesionismo prevede 'crisi'. A me succede di avere un pre-crisi (chiamiamolo così), ovvero il momento in cui mi vengono in mente pensieri a caso e in  cui voglio aprirmi in due. E lo desidero più di ogni altra cosa in quell'istante.
Poi il cutting (chiamiamo così anche questo, non so scegliere termini migliori) in cui impiego dai 10 minuti a un'ora per incidermi qua e là. Spesso decido dove incidermi, altre volte non riesco a decidere, talmente è l'ansia/rabbia/frustrazione. Gesti avventati.
Infine il post-crisi, da non sottovalutare. A volte si manifesta con pianti e attacchi di panico convulsi (gli attacchi di panico si manifestano anche nel pre-crisi). Oppure nella totale assenza di emozioni/sensazioni. Ti senti stanchissima, ti butti nel letto e sembra come se ti avessero dato un sedativo.
Almeno a me succede così, in linea di massima.

Bene, dopo aver scritto tutto ciò, direi che posso andare. A vestirmi e truccarmi. E basta, senza fare altro, nulla di distruttivo. Andrà tutto bene, respira a fondo...

"Dai, Eve, metticela tutta, fai prevalere la tua intelligenza, sei una che vale, ci riesci. Dai che poi fai tardi all'appuntamento, non perdere tempo, ti sentirai di merda, coraggio..."

Ok. Ci riesco. Pregate per me. Ho paura. Ho una paura fottuta.

giovedì 9 maggio 2013

Oh no, again...

In questi tre giorni sono stata chiusa in casa, in pigiama 24 ore su 24, a prendere sciroppi e fare aerosol. Tosse e raffreddore orribili. Da una parte mi dà ai nervi stare chiusa in casa, dall'altra lo "preferisco".
Ieri ho seguito la dieta alla lettera, a parte due caramelle verso le tre del pomeriggio. Bene.
Poi mi sono tagliata, la sera. E' stato diverso dalle altre volte però. Ero assopita, annoiata, leggermente piena di pensieri e quindi l'ho fatto. Cavolo, un'altra volta. Era tanto che non lo facevo però, una decina di giorni.

















I miei guardavano la tv, a 3 metri dal divano c'è il bagno, entro con molta calma, decido che mi sarei tagliuzzata la spalla. Quanto odio non potermi tagliare le braccia. Dannazione, le braccia stanno proprio lì, pronte per essere incise e invece l'estate mi costringe a queste cose. Inizio, ci metto una decina di minuti, poi dico a bassa voce:"Non ho sentito niente." continuo allora. Non sento ancora niente. Poi penso che forse la dovrei smettere.

"Ma che fa Eve in bagno?"
"Non lo so, si starà lavando i denti."
"Tutto questo tempo?"

Metto via l'arnese e inizio a lavarmi i denti. Non sento dolore sulla spalla, non sento niente. Percepisco solo un lieve schifo verso  me stessa, nulla di più.

Come mio solito, finisco per ferire Courtney. Se ne avessi il coraggio smetterei solo per non darle più noie.
Dai, vi immaginate a stare a sentire ogni settimana una persona che dice:"Faccio schifo, sono brutta, ho l'ansia, voglio tagliarmi, voglio abbuffarmi." Dopo un pò diventa una cosa patetica. Niente di nuovo, sempre le solite cose. Come un paranoico o ossessivo-compulsivo che non fa altro che dirti:"Ho chiuso il gas, ho chiuso la macchina, ho comprato le cose per la cena, ho telefonato al capo?".
BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.


























Come si fa a smettere? Come diamine si fa? 
Devo trovare un modo. Io vorrei smettere, ma anche no. Perchè io non riesco a chiamare nessuno prima o mentre sto pensando di farlo.

Io devo essere dipendente da qualcosa. Prima era l'anoressia, adesso è l'auto-lesionismo. Divento abitudinaria verso le cose che mi distruggono. Più che fisicamente, quelle che mi mandano in pezzi interiormente.

Però. C'è un 'però' che voglio mettere per iscritto. Io spero che verrà il giorno in cui la smetterò definitivamente. In cui starò abbastanza bene da poterlo dire ad alta voce. In cui non dovrò avvertire le persone che mi si avvicinano di quanto io possa essere pericolosa per me stessa. Verrà quel giorno.

mercoledì 8 maggio 2013

Family...?

"Eve, oggi ho incontrato S., la figlia di C., te la ricordi?"
"Certo che me la ricordo mamma. Dunque?"
"L'ho vista molto dimagrita... Non è che è anoressica? Poverina, dovremmo fare qualcosa... Potresti parlarci no? Oppure io parlo con sua madre  per dirgli se le serve aiuto..."

Tutto ciò accadeva un mese dopo che avevo vuotato il sacco, che avevo detto ai miei "Aiuto, aiuto, soffro di DCA da 7 anni". Accadeva a tavola, mentre mangiavo un piattino di non so cosa. Accadeva davanti a mia madre e mio padre. Io, sguardo fisso sul piatto, mentre annuivo.

"Non saprei mamma. Cosa potremmo fare? Io c'ho parlato con S, a me non sembra anoressica sai? Ci sono tanti fattori da calcolare e..."
"Ma che ne sai tu? Io ti dico che è troppo magra."
"Capisco..."

Poi, mio padre. Penso sia stata una delle poche volte che ho pensato che mi volesse bene davvero, che avesse capito tutto quel che c'era da capire.

"Senti amore, la smetti con questi discorsi? Vuoi aiutare qualcuno con disturbi dell'alimentazione? Ok, alza lo sguardo, ce l'hai di fronte. Prima di pensare ad aiutare gli altri come una super-eroina, pensa a chi sta male dentro casa tua."

Io, sempre sguardo fisso sul mio piatto di roba. Silenzio glaciale intorno.

Mia madre dopo due giorni ignorò il consiglio di mio padre e si mise a parlare con la madre di S. Mio padre era furioso.
"Ma non la vedi tua figlia?! Sei cieca?"
Si davano la colpa a vicenda. Mio padre diceva a lei che mi trascurava. Mia madre diceva a lui che mi dava troppi pesi.
Dopo il mese iniziale in cui non facevo altro che passare le mie giornate dentro casa a piangere, a disperarmi, a pesare cose, a spiegare a tutti; decisi di fare finta di essere guarita.

La mia situazione attuale è questa. Io, in casa e nella società in generale, sto bene. Sono normale. Sono guarita. Come si guarisce da un'influenza. Io mangio in maniera "adeguata" per far star bene mia madre. Mio padre. I miei "amici".

Ricordo che a 16 anni non sapevo cosa mi succedeva. Avevo molta confidenza con una mia Zia. Le dicevo tutto. Così un giorno mi confidai con lei. Le dissi le mie sensazioni, le mie paure.

"Zia, mi vedo molto brutta, grassa, vorrei non mangiare più. Mi sento tipo depressa per questa cosa. Non capisco perchè faccio così, mi viene l'ansia per troppe cose. Boh, mi faccio schifo."

Lei, mi ama e mi odia. Vorrebbe amarmi, ma mi odia. Io prima non lo capivo.

"Eve, tu sei pazza. C'è gente che ucciderebbe per avere il tuo fisico e tu...? Tu fai la stupida così. Magari io ad essere carina come te! Sei proprio un'ingrata."

La mia famiglia è davvero splendida.
E io sto benissimo perchè sono bella, allegra, simpatica e bionda. Oh yeah.


martedì 7 maggio 2013

Un pò di ordine.

Oggi ho prenotato un viaggetto da fare con la mia best friend, Courtney. Andremo a Venezia tra un paio di settimane, sono così emozionata! Io amo viaggiare, ne sento proprio la necessità dopo un tot di tempo. E vedere altri posti mi farà bene, ne sono sicura. Poi, con lei, tutto assume una luce nuova. Una luce contornata da risate e gioco di squadra.

A parte questo, ho bisogno di ordine. Mangio troppo in questi giorni. O meglio, mi viene l'ansia perchè PENSO di mangiare troppo anche se poi (razionalmente) mi rendo conto che non è proprio così. Ma io ho bisogno di seguire la dieta alla lettera. Vorrei smetterla di vedermi brutta e grassa. Lobotomizzarmi il cervello per una giornata e vedere cosa si prova a stare bene. Abbastanza bene diciamo. Mangiare un gelato senza sensi di colpa, vestirmi soddisfatta di me stessa.

Com'è? Cosa si prova? E' bello?

Ho la sensazione che (ovviamente) mi taglierò di nuovo. Non so quando, dove, con che cosa, perchè. Sono solo sicura che lo rifarò. Ho paura di fare cacchiate, paura di me stessa. Paura di stare sola, faccia a faccia con le mie follie.
Porto costantemente una maschera. Con tutti, anche con me stessa.
E' proprio vero, quando entri nel mondo del Caos, non ne esci più. Al massimo puoi metterti ad aspettare nel pianerottolo; sperando di scegliere la stanza giusta in cui entrare dopo.


lunedì 6 maggio 2013

Benvenuti nel nostro mondo.

Questa è una storia che ho inventato io, ieri. Non voglio stereotipare nulla. E' solo uscita dalla mia fantasia. L'ho scritta per intrattenimento. Spero vi piaccia. E' un pò inquietante. Se gradite il genere Noir, buona lettura.





"Benvenuta nel mondo del Caos, Eve K." dice una voce dietro le mie spalle. Mi volto, non c'è nessuno. Mi trovo in un piccolo corridoio davanti al quale si estende un pianerottolo spoglio, con alcune porte.

"Ti spiego. Puoi guardare le tre stanze davanti a te, nell'ordine che desideri e poi scegliere a tuo piacimento in quale rimanere chiusa per un pò. Hai tutto il tempo che vuoi."
"Chiusa?! Qui dentro?! Non fare scherzi, fammi uscire subito."
"Oh, piccola, sei appena arrivata! Non vorrai lasciarci così presto. Coraggio, scegli la prima stanza. Bianca, blu o grigia?" mi guardo alle spalle per cercare la porta dalla quale sono entrata, ma dietro di me c'è solo una parete chiusa. Niente finestre, niente vie d'uscita. L'unica soluzione sono le porte davanti a me. Tutte uguali, cambia solo il colore.
"Vediamo... La stanza blu."
"Molto bene, avanza e apri la porta. Buona visione Eve."

Entro. La stanza è ampia, completamente color cobalto. C'è una donna seduta su una sedia molto grande. Ride istericamente.
"Benvenuta nel mio regno Eve K! Qual buon vento? E' tanto che non ci si vede! Ti fermi molto da noi?"
"Io... Chi sei tu? Da noi chi? Di che parli?"
"Ops, scusa, dimenticavo le presentazioni!" si alza di scatto saltellando verso di me con le sue gambe grassottelle. E' vestita e truccata alla bell'e meglio, disordinata, sciatta. "Ciao, io mi chiamo Mia e sono la regina della Sregolatezza! E con 'noi' intendo tutti quelli che hanno deciso di rimanere a vivere nel mio regno! Vieni, ti faccio vedere!" mi prende la mano ed inizia a correre verso il fondo della stanza. Svoltiamo a destra e mi ritrovo davanti ad un numero incalcollabile di persone. Stanno banchettando. Litigano per pezzi di cibo, nonostante ne siano circondati. Ci sono montagne e montagne di viveri, ovunque. E' tutto unto e sporco. Le persone ridono, ridono a non finire.
"Eccoci qui! Vieni Eve, rimani con noi! C'è roba in abbondanza per tutti! Prova questo!" mi porge un piatto di cibo non propriamente invitante. "No, grazie, non ho fame.". Piega la testa da un lato, contrariata. "Ma... Come fai a non avere fame! Mangia, avanti! Tanto dopo ti sentirai più leggera. Guarda che fanno quelli laggiù." indica verso sinistra, ci sono persone che vomitano in maniera teatrale. Ridono e poi piangono. "Quindi... Vieni qui ragazzina!" Mia inizia a tirarmi verso un enorme montagna di cibo.
"Lasciami!" grido.
"Eve, mi fai dispiacere, mangia, te lo ordino!" mi divincolo ed inizio a fuggire verso l'uscita. Corro velocissima e sento in lontananza urla e risate isteriche. Apro la porta e la chiudo di botto. Sono fuori.

"Già finito il primo tour? Com'è andata, Eve?" dice la voce nel pianerottolo.
"Male. Molto male. Erano tutti pazzi lì dentro! Tutto quel cibo,  le risate senza motivo..." ho il respiro affannoso.
"Capisco... Magari saranno di tuo gradimento le prossime due stanze, che ne dici?"
"Sì si, ora vediamo. Vado in quella bianca. Il bianco è un colore che mi trasmette più tranquillità..."
La voce senza volto sogghigna. "Oh si. Da morire. Prego, apri pure la porta. Non fare rumore lì dentro però, mi raccomando. Buona continuazione Eve."


Entro, c'è tanta luce. Tutte le pareti sono bianche. Tende bianche, tavoli e sedie bianche. Sono avvolta dal silenzio. C'è calma assoluta. "Meno male..." penso. Su una poltrona alla mia destra è seduta una donna. Vedo che è bellissima. Bionda, con la pelle diafana, vestita con un lungo abito di lino bianco. E' immobile. D'un tratto gira la testa lentamente e mi sorride.
"Benvenuta nel mio regno, cara Eve. Mi chiamo Ana. Cosa posso fare per te?" si alza, cammina verso di me, sembra fluttuare.
"Sì, ecco, mi sono persa nel mondo del Caos e... Ho conosciuto Mia prima..."
"Oh si, Mia! La mia migliore amica nonchè fedele alleata. La 'castigatrice' come amo chiamarla io..." ride sommessamente. "Ti piace il mio regno? Ti piaccio IO, vero? Vorresti essere bella come me, lo so. Tu non sei bella e questo non devo di certo essere io a dirtelo. Insomma, guardati. Chissà quanti ti prendono in giro, ti odiano, non ti capiscono... Ma io sono qui per aiutarti, come ho aiutato tanti altri." mi accarezza dolcemente una guancia. Appare uno specchio davanti a noi. Mi vedo riflessa.  Lei è dietro che sorride amichevole.
"Non sono... Bella? No, ovvio che no... Ma hai detto che puoi aiutarmi? Dove sono quelli che hai aiutato?"
Mi guarda piena di compassione:"Vieni con me." mi prende per mano e mi conduce in un giardino bellissimo. Nel giardino non si sente nessun suono. Nessun cinguettio di uccellini, nessun rumore del vento, il sole non ti scalda la pelle. Fa freddo. E' tutto molto strano, spento, ovattato. D'un tratto vedo diversi ragazzi e ragazze. Alcuni camminano nel giardino, altri sono seduti, tanti sono sdraiati sull'erba. Nessuno parla con gli altri, ognuno sta per i fatti suoi. Osservo meglio. Quelle persone sono magrissime, sembrano scheletri. Piangono tutti, ma non emettono suono. Ci sono specchi a figura intera sistemati in modo geometrico vicino a loro.
"Benvenuta nel regno dei Silenzi, Eve. Ti piace?" dice Ana con tono soddisfatto.
"No che non mi piace! Cos'hai fatto a quelle povere persone?!"
"Quello che era meglio per loro." dice in tono sprezzante.
In lontananza riconosco una mia compagna di classe del liceo. "Melory!" le corro incontro. Lei mi guarda spaventata, la abbraccio forte, poi la scuoto per le spalle:"Melory, devi andare via da qui! Io posso aiutarti, vieni con me, andiamocene!". Lei mi fissa, non dice niente. Non pronuncia una sola parola. Fa solo un gesto che mi lascia intendere che devo lasciarla in pace e andar via. Poi si volta e ricomincia a piangere rivolta davanti ad uno specchio. Sembra che alcune parti del suo corpo siano come consumate. Mi esce una lacrima, mi dirigo a grandi passi verso l'uscita.
"Dove credi di andare Eve?!" la voce di Ana assume un tono autoritario.
"Lontano da qui. Lontano da te. Non mi avrai. Vergognati, mi fai schifo." le volto le spalle e continuo ad avanzare.
"No! Stupida, tu mi appartieni! Fermati!" mi sento avvolgere da mani invisibili. Mi prende per il collo. "Sei brutta e grassa! Solo io posso renderti perfetta!". Mi sento soffocare.
"Lasciami, stronza!" riesco a divincolarmi e inizio a correre. Sento le sue urla, i suoi pianti disperati, i suoi insulti. Corro con tutte le energie che ho in corpo.
Finalmente esco, sbattendo la porta.

"Eccola la nostra Eve! Tutto bene?" la voce sembra aver assunto un tono beffardo.
"Sappi che non è divertente."
"Per così poco, sciocchina? Aspetta di vedere l'ultima... Coraggio, apri."
"Ma si, meglio che mi sbrighi. Così me ne torno a casa. Maledetti."
"Lo spero per te... Addio Eve."
Guardo la porta grigia, confusa dalle parole della voce. Mi prendo qualche minuto per riprendere fiato, dopo di che entro.

Questa stanza è grigia e nera. Buia. Ma riesco ugualmente a vedere tutto. Non c'è ordine, ci sono libri e fogli sparsi per terra, avanzi di cibo qua e là, bilance, vestiti e oggetti di varia natura.
Un uomo è seduto per terra. Sarà sulla quarantina, alto, moro, abbastanza curato. Si alza, ha un portamento elegante. Mi viene incontro.
"Benvenuta nel mio regno Eve." mi bacia la mano. "Gradisci una tazza di tè?".
Non so perchè, ma mi ispira fiducia. "Oh si, magari. Sono stata nella stanza bianca e in quella blu prima, sono alquanto scossa...". Lui assume un'aria fredda e distaccata:"Ah si, Mia ed Ana... Strane soggette quelle, non è vero?" mi versa del tè caldo.
"Sì, davvero. L'ho scampata per poco. Tu comunque come ti chiami?"
"Siedi pure tesoro. Io mi chiamo Cat, sono il re della Disperazione. Nulla di che, non preoccuparti." mi porge la tazza.
La prendo, mi si spezza il manico. Mi taglio la mano, il tè bollente mi si versa su una coscia.
"Oh mamma, perdonami! Non avevo intenzione di... Causarti dolore, una ferita, una scottatura e tutto questo spavento... Fatta male? Spero di no..."
Mi guardo la mano, alzo un pò il vestito per vedere com'è conciata la gamba. "No, non fa così male..."
"Molto bene allora! Vuoi conoscere i miei amici?" mi porta in un sotterraneo. I gradini sono alti e stretti, devo abbassarmi per entrare. Ci sono bambini, uomini, donne, anziani, ragazzi e ragazze. Tutti seduti a terra o in posti sudici. Hanno un'espressione cupa. Sono completamente vestite di nero. Alcune sono sporche di sangue. Non parlano tra loro, urlano e basta. C'è un gran rumore di grida strazzianti. Mi tappo le orecchie. "Ma... Stanno bene qui dentro, Cat?"
"Oh si, non chiedono di meglio. Stanno scontando alcune cose che hanno fatto. O che continuano a fare. Io li aiuto come posso. Alcuni muoiono, ma solo quelli che non sono abbastanza forti. Altri impazziscono, ma solo quelli che perdono il controllo."
Riconosco alcuni volti visti di sfuggita nelle altre due stanze. Lo guardo, allarmata: "E tu stai bene?"
Si volta, mi guarda. Poi si sfila il bel maglione nero che indossa. Mi mostra le sue braccia e il suo torace pieni di cicatrici, ferite e tagli. "E' questo quello che siamo. E' così che si impara a vivere. E' quel che meritiamo..." gli si spezzano le parole in gola. Inizia a piangere, poi lancia un urlo disperato. Si accascia a terra, gli occhi persi nel vuoto. "Eve, mi passeresti... Ecco, quella lama poggiata sul tavolo...?"
Lo guardo spaesata:"No, cosa... Che devi farci?"
"Dammela ti ho detto."
Faccio quel che mi ha ordinato. Si incide un piccolo taglio sull'avambraccio. "Eve, aiutami. Sto male. Portami via..." ha la voce bassa, lo sguardo terrorizzato.
"Vieni con me, sta tranquillo. Dammi la mano..."
I suoi occhi tornano ad essere vuoti:"No! Non voglio! Lasciami qui, io merito solo questo! Anzi, guardami mentre mi uccido lentamente! Guarda Eve!"
Cerco di togliergli la lama affilata dalle mani, ma lui ha più forza di me. Cado su un gradino. Inizio a strisciare sugli scalini per andarmene via. Sento le sue urla:"Eve torna qui, aiutami!" chiudo il sotterraneo.
Mi ritrovo nella stanza grigia, vuota. Mentre mi sto per dirigere verso l'uscita, la voce senza volto mi parla:"Eve, non puoi ancora uscire da qui."
Sbatto contro la porta. Non si  apre. Mi assale il panico. "Oddio, fammi uscire, ti prego! Ho paura!" mi viene da piangere.
"Uscirai Eve, vai prima a guardare fuori da quella finestra. Ascoltami bene. Dovrai solo guardare da dietro il vetro, non puoi entrare. Perchè se decidi di entrare, non uscirai più, al contrario delle altre stanze. Mi hai capito bene? Guardare e basta."
Tento di calmarmi, scruto nell'oscurità, vedo una finestra. Mi dirigo cautamente verso di essa. Sposto la tenda.
Lo spettacolo che si apre davanti a me è quello che comunemente chiamerei "paradosso". Ci sono fiamme ovunque, uno strapiombo del quale non vedo la fine, pezzi di terra sospesi nel vuoto. Le persone qui dentro corrono all'impazzata, si gettano di sotto, entrano ed escono dal fuoco. Hanno i volti sfigurati.
La voce mi narra:"Queste persone fanno parte del regno della Follia. La regina si chiama Sue, è quella che vedi sdraiata su quel divano."
In lontananza si vede una donna immobile, con gli occhi chiusi, supina su un divano mal ridotto. "E' morta...?" chiedo esitante. Improvvisamente la regina si alza in piedi, ha i capelli scomposti, canini affilati, occhi completamente neri. Si accorge di me, inizia a correre verso il vetro. Ci sbatte contro come un leone famelico, ansiosa di avermi. Dallo spavento faccio un balzo indietro. Lei continua a dimenarsi come una pazza, a gridare.
"Fammi uscire, per favore." dico alla voce.
"Sì, hai visto abbastanza." La porta alle mie spalle si apre, mi incammino tenendo però lo sguardo fisso sulla finestra. Le fiamme avvolgono Sue. Mentre apro la porta mi accorgo di aver calpestato vetri, lame e proiettili. Esco, sbattendo la porta. Ho il cuore che mi va a tremila.
"E così Eve, non hai soggiornato in nessuna delle suite... Peccato. E pensare che sono tutte comunicanti tra loro. Puoi entrare e uscire quando vuoi. Puoi andare a trovare chi preferisci, Ana, Mia, Cat... Beh sì, con Sue è tutto un pò più complicato..."
"Voi siete pazzi. Fammi uscire subito. Dov'è la porta per tornare nel mondo normale? Questo regno del Caos non mi piace per niente!"
La voce inizia a ridere di gusto:"Pensi sia così semplice? Ormai ci sei dentro, bella mia. Se non soggiorni nelle stanze, dormirai qui sul pianerottolo. Lo chiamiamo Limbo. Preparati un giaciglio. Tanto a breve sceglierai una stanza, vedrai..."

Passarono 5 giorni. 5 giorni nel Limbo, con la voce che mi consigliava e non mi dava tregua.
Il sesto giorno decisi di riaprire la porta grigia. Lo feci per sapere come stava Cat. E per bere del tè con lui.



domenica 5 maggio 2013

"M'hai bloccato i pensieri..."

Ieri ho fatto le unghie. Sono carine, non molto lunghe, laccate di nero lucido. Io amo il nero.

Una cosa che non capirò mai è perchè l'amore degli altri non ci impedisce di fare certe cose. Perchè quelle come noi non vedono l'amore degli altri e se lo vedono lo rifiutano. Perchè. Per quale balordo motivo.

A breve mi trasferirò in Irlanda. Ho sempre pensato che non mancherei a nessuno. Sono così contenta di andarmene da qui, perchè a parte Courtney, io non conto nulla per nessuno. Io sono convinta di non valere nulla per nessuno. Quando invece, a volte, mi accorgo che non è così.

Ad esempio, c'è James che non riesce a mandar giù il fatto che io mi odi così tanto. Non riesce a concepirlo, ad accettarlo, a farsene una ragione. Ha preso come una specie di missione il fatto di farmi star bene, di farmi sorridere. Perchè non è possibile che una come me si disprezzi così tanto. Riferendogli quello che mi faccio, gli blocco i pensieri, dice... Sì, penso sia come ricevere uno schiaffo quando meno te lo aspetti.

C'è Max che non appena gli ho detto che mi sarei trasferita all'estero ha smesso di respirare.
"Ma dove vai, stupida? Perchè?"
"Voglio andarmene da qui. Ci sto male."
"Ma non lo vedi che ti vogliono tutti bene? Sei circondata da gente che ti stima e ti ama! Dove vai, stupida? Perchè non capisci? Vorrei sentirti dire una volta che ti vai bene così."

E di episodi del genere ce ne sono a bizeffe. Ecco: perchè tutto questo non mi impedisce di odiarmi? Non capisco. Anzi, sembra quasi che mi dispiaccia che tutte queste persone mi vogliano così bene. Mi dispiace per loro che hanno a che fare con me. Una ragazza così difficile da capire, così persa, così vuota, così fragile, così irraggiungibile. Loro meriterebbero il meglio... Mi comporto in modo insensato...

"Aiuto, aiuto, sto affogando, aiutami!"
"Prendi la mia mano!"
"...No, mai. Lasciami qui. Guardami annegare piuttosto; sarà un gran bello spettacolo. Mettiti comodo."



 

venerdì 3 maggio 2013

Fake.

Questa settimana non ho avuto mai tempo. Di pensare, di riposare, di tagliarmi, di decidere, di piangere. Lavoro a tutto andare e favori agli "amici". Pulizie la mattina presto fino all'ora di pranzo e baby-sitting/ripetizioni nel pomeriggio e alla sera. Se riuscivo a finire dal lavoro in un orario decente, c'erano i miei amici che mi reclamavano e se non uscivo con loro facevo schifo e quindi mi sentivo costretta ad accontentarli. A fare il clown come mio solito, ad assecondarli qualunque cosa volessero fare. Sono esausta. Infatti domani, se ci riesco, vorrei prendermi un pò di tempo per me, andarmi a sistemare le unghie o i capelli ad esempio. Ma non saprei... Mi fa sempre strano pensare a me, prendermi cura del mio aspetto, prendere del tempo da dedicare a me soltanto. C'è sempre qualcuno che sta peggio, qualcuno che ha bisogno di me. E quindi io corro subito in loro aiuto. Vorrei fregarmene, ma non ce la faccio perchè mi sento già inutile di mio; poi se non mi prodigo nemmeno per gli altri... Allora posso davvero spararmi in bocca.

Vi è mai capitato di volervi tagliare davanti ad altri, in mezzo ad una folla, in un negozio? Mi spiego. Di essere così frustrati/stanchi/scazzati/nervosi, di sentirvi così stupidi, così finti, così falsi, così "fake" (per dirla in inglese), che non ve ne può importare di meno delle reazioni altrui nel caso in cui vi squarciaste una mano? Magari anche sorridendo. A me è capitato alcune volte. Che triste sensazione.
Io, il mio corpo, me stessa, il mio essere, la mia salute... Contano davvero così poco per me? Io conto davvero così poco per me...? Che delusione. Che persona deludente che sono.

Oggi mamma ha portato a pranzo qui mio cuginetto di 2 anni e mezzo. Lo adoro. E' ipo-udente, cioè non del tutto sordo. Ha fatto da poco un'operazione che gli permette di sentire l'80% dei suoni e... Beh, se solo lo conosceste, lo amereste anche voi. Ha un'intelligenza al di sopra della norma dicono logopediste e psicologi.

Quando giochiamo e lo osservo, tutto concentrato a colorare i suoi disegni; oppure quando stiamo seduti sul divano insieme e lui parla, parla, parla di qualsiasi cosa, con quella sua vocina... A volte mi fa una tenerezza... E mi viene automatico "proteggerlo" (anche se ciò avviene solo nella mia testa) da qualunque cosa. Penso "A te non succederà niente. Non devi soffrire nella vita; da grande non conoscerai tutte le cose brutte che esistono, non dovrai mai passare quello che sto passando io, MAI."
Una settimana fa mi guardava le braccia; ha detto:"Eve, hai fatto bua qui?". Io non ho risposto, gli ho solo dato un bacio sulla guancia.

mercoledì 1 maggio 2013

I wanna be.

Vorrei vedermi da fuori e dirmi "sei una vincente."
Vorrei osservarmi da fuori, vedere quello che vedono gli altri. Vedere se intorno a me c'è un'aura positiva. Vorrei sentirmi, percepirmi, nel corpo di un'altra, di un altro.
Vorrei un giorno poter dire "ce l'hai fatta."
Vorrei amarmi. Vorrei amare ed essere amata. Vorrei perdonarmi, lasciarmi in pace, non darmi il tormento.
Vorrei smetterla di lacerarmi l'anima, di rovinare quel che sono. Vorrei mettere a tacere i miei pensieri ogni volta che mi condannano, che mi uccidono, che mi tengono giù. Tanto giù, sempre più giù. Vorrei saperlo davvero, chi sono.

VOGLIO ESSERE.



Dammi comprensione.
Dammi ammirazione.
Dammi attenzione.
Dammi lussuria.
Dammi empatia.
Dammi malizia.

Dammi tregua.